Due recenti proposte chiedono dei cambiamenti di leggi che riguardano gatti e cani
La tragica morte di un bambino che nel 2005, mentre andava all’asilo, è stato aggredito e morso da tre pitbull e la proibizione dei cani da combattimento accettata dal popolo zurighese nel 2008 ed entrata in vigore nel 2010, è ancora oggi oggetto di accesi dibatti e discussioni. Delle razze proibite nel canton Zurigo fanno parte ad esempio American Pit Bull Terrier, il Bull Terrier o l’American Staffordshire Terrier. Attualmente sono in vigore diverse liste di razze proibite in 13 cantoni della Svizzera, per fare un esempio nel Canton Ginevra è proibito tra l’altro il Dogo Argentino, il Mastino Napoletano, il Rottweiler o l’American Staffordshire Terrier, in tutto nel Canton Ginevra sono proibite ben 15 razze, mentre nel Canton Friburgo sono proibiti gli American Staffordshire Terrier (Amstaff), American Pit Bull Terrier e Rottweiler.
Ma tornando alla proposta recente, diverse voci chiedono di annullare le liste di proibizione dei cani pericolosi. Le argomentazioni non sono cambiate, secondo il giornale 20Minuten Sebastian Frehner dell’UDC parla di “razzismo di cani”, spiegando che invece di cercare la colpa negli allevatori la si cerca negli animali. Ne è convinta anche Christine Künzi della Fondazione Tier im Recht che al Tagesanzeiger ha detto: “La politica aveva bisogno di un capro espiatorio. Con il Pitbull ne ha trovato uno”, spiegando anche che la popolazione “si crede falsamente sicura”.
Anche voci come quella di Kathy Riklin del PPD, secondo la quale “questo divieto nel Canton Zurigo non ha senso” perché anche altri cani, non di combattimento, possono essere nello stesso modo pericolosi o quella di Schenker che ritiene inutili le differenze cantonali perché “i cani sono nello stesso modo pericolosi in tutti i cantoni” non sono nuove ma rientrano in discussione ora. Dall’altra parte ci sono i sostenitori delle proibizioni che sostengono l’utilità delle differenze cantonali.
E il gatto?
Mentre le proposte che riguardano i cani parlano di un’annullamento di leggi in vigore, per i gatti si tratta di tutt’un’altra faccenda: parliamo della petizione per la castrazione obbligatoria dei gatti lasciati circolare liberamente. «L’organizzazione per la protezione degli animali Network for Animal Protection (NetAP) e la fondazione Stiftung für das Tier im Recht (TIR) così come le organizzazioni partecipanti e i firmatari, chiedono al consiglio federale e al parlamento, di introdurre la castrazione obbligatoria per i gatti lasciati circolare liberamente, con il fine di frenare la crescita eccessiva e quindi ridurre la sofferenza dei gatti in Svizzera».
Secondo gli autori della petizione “contrariamente a un’opinione diffusa, anche in questo paese esiste il problema dei gatti randagi”, infatti, attualmente in Svizzera vivrebbero tra 100’000 e 300’000 gatti randagi.
“Il problema dei randagi è in relazione a molte sofferenze degli animali. Se i gatti aumentano eccessivamente, si formano rapidamente grandi popolazioni in aree e spazi limitati inadeguati, con problemi d’igiene e la diffusione di malattie – spiegano gli autori e sottolineano come – molti animali muoiono agonizzanti, perché non ricevono cure mediche o perché non riescono à trovare abbastanza cibo. La proliferazione incontrollata dei gatti, ogni anno crea un grande numero di cuccioli indesiderati, che saranno condotti ai ricoveri per animali o abbandonati a se stessi. Soprattutto nelle zone rurali, i gattini indesiderati, ancora oggi vengono parzialmente annegati o uccisi in un modo tormentoso”.
Gli autori con la petizione vogliono costituire una misura adeguata per evitare un ulteriore aumento della popolazione dei randagi, concludendo che “così che, si riduce la sofferenza dei gatti e si regola la popolazione felina in Svizzera in maniera sostenibile. L’attuale legislazione non è sufficiente”.