Le maison miliardarie hanno dato forfait complici i tagli dei finanziamenti per la manifestazione
La moda è tornata ad essere protagonista con AltaRoma 2017, la kermesse dedicata alla moda nella Capitale, andata in scena dal 26 al 29 gennaio. Facendo tesoro della precedente esperienza all’Ex Dogana di San Lorenz, quest’anno gli organizzatori hanno scelto una nuova scenografia dal fascino underground: l’ex Caserma di Via Guido Reni, per gli addetti ai lavori ribattezzata Guido Reni District, a due passi dal Maxxi.
Tra le grandi firme che non hanno disertato la manifestazione nonostante il pochissimo tam tam mediatico, Gattinoni che con una sfilata-performance ha presentato la collezione primavera-estate 2017. Da sottolineare anche il sodalizio tra la Gattinoni e la griffe di gioielli futuroRemoto, uno dei progetti più belli degli ultimi anni, una collaborazione creativa che dimostra come si possa fare squadra e arricchirsi reciprocamente.
La nuova collezione di gioielli futuroRemoto di Gianni De Benedittis è stata presentata all’Università degli Studi Link Campus University di Roma, insieme alla Collezione Couture Primavera Estate 2017 della Maison Gattinoni.
Bellissimi gioielli crepuscolari con tema dominante la falena, indossati dalle modelle insieme agli abiti Gattinoni creati da Guillermo Mariotto. Tra gli altri nomi storici anche Renato Balestra che ha fatto sfilare la tradizione sartoriale tra le architetture postindustriali, immergendo nel contesto urban del Guido Reni District le creazioni couture per la prossima stagione.
Il pittore spagnolo Diego Velazquez ispira invece la collezione per la prossima primavera estate di Vittorio Camaiani, definita infatti una ‘promenade nel regno di Velazquez’: “Questa volta ho subito il fascino non soltanto della pittura ma della personalità del pittore stesso, della sua figura così caratteristica. Una “corrispondenza” tra me e Velazsquez, lontani e diversi, ma legati dalla stessa passione per l’arte”, commenta lo stilista che ha modellato soggetti e modelli del pittore andaluso, privandoli del peso dei broccati barocchi per un risultato di sensuale leggerezza utilizzando lini, garze e chiffon.
I caratteristici baffi dell’artista spagnolo diventano il leit motiv della collezione, ricamati a mano o ad intarsio e applicati sugli abiti, riprodotti su seta batik dal disegno dello stesso stilista. Giacche sovrapposte a lunghi abiti ampi ed impalpabili, mix sapiente di materiali e tessuti, mikado di seta, voile stampati con motivi floreali, pailettes sfumate e luminose nella sfilata di Giada Curti, pensata nella sua totalità in onore della bellezza femminile, con una visione quasi onirica che ben si mescola con elementi archeologici, tesa ad onorare il corpo della donna. Il fascino internazionale del libanese Rani Zakhem ha colpito più di altri con la sua collezione che ha reso omaggio a Dalida, reinventando a modo suo lo stile di quell’epoca, filtrato attraverso la sua sensibilità e con il suo occhio da couturier.
La collezione diventa idealmente il guardaroba di Dalida, da cui attingere gli outfit per un party allo Studio 54. L’ispirazione è nata dai costumi di scena della cantante franco-egiziana, declinati nello stile ricco e allo stesso tempo etereo che ha da sempre caratterizzato le collezioni del designer. In passerella quindi è un susseguirsi di jumpsuit, morbide e avvolgenti, che danzano attorno alla figura. Tra gli altri presenti anche Chiara Boni con la sua “Petite Robe”, Camillo Bona, Sabrina Persechino, Mario Orfei.
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foto: altaroma.it