Alla Camera dei deputati una settimana di scontri provocati dal movimento 5 Stelle
Beati loro, sono giovani. Li ha portati in parlamento il clown, Giuseppe Grillo, da comico televisivo a trascinatore di folle in perenne attesa dell’ora del destino. Scelti attraverso le parlamentarie, consultazioni farsa di minoranze fanatiche specializzate nell’insulto e nella volgarità del linguaggio via Web. In alcuni casi sono bastati pochi voti ( alcune decine) per poi essere selezionati e competere all’elezione in parlamento. È così che, in alcuni casi, inconsapevoli o no, si sono trovati nel palazzo, se ben ricordo, madre e figlia, così tanto per evadere dal solito tran tran quotidiano. La democrazia elettorale a febbraio, il mese del carnevale, in cui ognuno può travestirsi come meglio crede, realizzando i sogni di ragazzo. Un centinaio, grazie allo straordinario successo elettorale, sono eletti alla camera dei deputati. Già dalle prime ore intuisci il seguito degli avvenimenti. Sono spaesati, i ragazzi?, forse presi da timore reverenziale per la solennità dei palazzi repubblicani? Nulla di tutto ciò.
Passeggiano su e giù a piccoli gruppi per il transatlantico con l’aria altera di chi, in quello sfarfallio di luci e di accomodanti poltroncine, ci è stato da decenni, conosce i passi dello struscio, il tempo che occorre per sussurrare all’orecchio del collega più fidato l’ultimo segreto che già tutti sanno. Tanto per darsi un tono fingono di ignorare le frotte di giornalisti in perenne attesa dello scoop. In realtà li cercano, in un gioco delle parti in cui, preda e cacciatore, sono destinati ad incontrarsi nel duello finale. Nel tal caso la parola fine non esiste, rinnova ogni giorno lo spettacolo per la goduria della plebe in attesa. Sono giovani, dicevo. Si comportano con l’arroganza di chi pensa sia giunta l’ora del destino. Il 20 aprile 2013, un’ora dopo la rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della repubblica, uscii da Montecitorio verso piazza del parlamento. Passai tra due ali di folla accecata dagli appelli incendiari del guru Grillo. Mi presi spintoni e sputi su cui non ho inteso giocare alla vittima. Pensai che, in fondo, noi eravamo tutti colpevoli per l’accaduto. E che il figlio dei Farina, partigiani protagonisti della resistenza e del riscatto del tricolore, non potesse barcollare all’attacco della ciurma inferocita. Nel corso dei dieci mesi successivi, nulla è cambiato.
Sino alla gravissima escalation di violenza fisica e verbale cui abbiamo assistito negli ultimi due giorni alla Camera ad opera del movimento 5 Stelle con il preciso obiettivo di scardinare le istituzioni e la democrazia della repubblica. È Ettore Rosato, segretario del gruppo democratico della camera, ad affermarlo. Aggiungendo: le risse, gli insulti, le occupazioni, le offese volgari alla presidente della Camera Laura Boldrini e l’inaccettabile impeachment al Presidente Napolitano, non sono episodi senza collegamento ma rispondono ad un disegno preciso che, guarda caso, ha avuto inizio con l’avvio del processo di riforme avviato in parlamento. L’obiettivo e quindi chiaro. Impedire ogni e possibile svolta riformatrice attraverso la via parlamentare.
Nient’altro significato ha avuto l’attacco ai banchi del governo della centuria stellare capitanata dai barbuti condottieri del movimento. Ne l’occupazione temporanea dell’aula e delle commissioni. Eversione e violenza che, chi ha vissuto in altri tempi, ha ben conosciuto. Diverso il colore delle camicie e delle bandiere. Identico l’obiettivo. Non è un caso che nell’assalto i “ coraggiosi” abbiano trovato conforto e appoggio dal residuo gruppo dei nostalgici “Fratelli d’Italia” a cui non è sembrato vero di ritrovare i fasti della gloria perduta. Inconsapevolmente o no, l’arroganza e la violenza dei gesti, sono manifestazioni di carattere eversivo e fascistoide. Eppure, tra loro ho conosciuto persone capaci e di valore con cui sarebbe possibile un proficuo lavoro nelle aule parlamentari per un’opera di rinnovamento e progresso.
Nel frattempo, la proposta di riforma elettorale frutto dell’accordo tra i due maggiori partiti presenti in parlamento, il democratico e Forza Italia, ha passato il primo scoglio in aula con il respingimento delle pregiudiziali di incostituzionalità. La strada delle riforme si presenta, tuttavia, lunga e complessa. E d’altronde i cittadini si aspettano soprattutto dal governo risposte concrete ai temi del lavoro e del risanamento civile e morale del paese. Vedremo. I primi passi della riforma non mi convincono. La proposta di legge elettorale è lontana dalle mie aspettative. Mi impegnerò per cambiarla e voterò le proposte con il senso di disciplina e del dovere con cui ho sempre operato.