I tre temi hanno visto la bocciatura in tutti i Cantoni. Il managed care con il risultato peggiore
Previsto dai sondaggi, confermato dalle tendenze, nel fine settimana i tre oggetti in votazione, “Accesso alla proprietà grazie al risparmio per l’alloggio”, “Accordi internazionali: decida il popolo!” e la modifica della legge federale sull’assicurazione malattie (Managed care) sono stati chiaramente respinti. Valanga di no alla Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal), Managed care. Il 76% dei votanti ha dato uno “schiaffo” a Parlamento e Consiglio federale, che avevano adottato il progetto con confortevoli maggioranze. La modifica avrebbe sancito nella legge il modello delle cure integrate e si sarebbe prefissa di contenere i costi della salute. Gli svizzeri non hanno voluto la limitazione della libera scelta del medico e una sanità a due velocità, come argomentato dai promotori del referendum. Contro la legge hanno votato 1.480.889 di persone, mentre 466.996 sono stati i sì. Nessun cantone ha detto sì.
La percentuale più alta è risultata nel Canton Vaud con 91,2%, nonché in tutta la Svizzera latina, dove le reti di cure integrate sono poco sviluppate, o addirittura non esistono del tutto. Anche nei cantoni che hanno più esperienza con il Managed care i no alla legge si sono rilevati alti: San Gallo 65,7%, Turgovia 65,9%. I favorevoli hanno visto nel risultato del voto “la scarsa disponibilità alla riforma da parte del popolo”, ha detto Felix Gutzwiller del PLR, che vede in futuro tre possibilità per il sistema sanitario: “La popolazione dovrà decidere tra il sistema misto attuale, la cassa malattia unica o un modello liberale”. Dolorosa la sconfitta dell’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) che aveva lanciato l’iniziativa popolare “Accordi internazionali: decida il popolo!”. Popolo e i Cantoni si sono chiaramente pronunciati contro l’iniziativa. 1’460’742 degli avanti diritto, pari al 75,3% e tutti i Cantoni hanno detto no all’oggetto in votazione. Per il sì hanno votato 480’514 persone. Nei cantoni Vaud, Neuchâtel, Giura e Friburgo i no sono stati i più chiari con quote intorno all’80%, mentre le più basse si sono registrate in Ticino (62%), Sciaffusa (66%) e Svitto (67%). Non ha convinto dunque l’argomento dell’ASNI, secondo cui la democrazia diretta viene sempre più minata.
Ma per gli svizzeri, che tengono ai loro diritti, c’è un limite. L’iniziativa avrebbe voluto estendere il referendum obbligatorio (che richiede la maggioranza di popolo e Cantoni) in materia di trattati internazionali che riguardano ambiti importanti. Per i contrari l’iniziativa avrebbe portato a un funzionamento politico a vuoto, poiché il popolo avrebbe dovuto votare su accordi internazionale incontestabili. Per il senatore socialista Hans Fehr (BE) il no è “la prova che l’attuale sistema funziona. Oggi la Costituzione federale garantisce l’equilibrio tra parlamento e democrazia diretta”. Il popolo ha rifiutato anche l’iniziativa popolare “Accesso alla proprietà grazie al risparmio per l’alloggio” lanciata dall’Associazione svizzero-tedesca dei proprietari fondiari (HEV), che mirava a promuovere fiscalmente il primo acquisto di una proprietà abitativa a uso proprio mediante il risparmio per l’alloggio. Nell’urna hanno deposto il no 1.331.860, il 68,9% dei votanti, contro 600.807 sì.
La sonora bocciatura è stata accolta con soddisfazione dall’Associazione Svizzera Inquilini (ASI). Secondo il segretario romando dell’organizzazione, Carlo Sommaruga, il risultato mostra come il popolo “non auspichi concedere maggiori privilegi ai proprietari benestanti e vista la carenza attuale di terreni, il sogno di una casa e di una piscina per tutti è irraggiungibile”. Il direttore dell’HEV, Ansgar Gmür, ha ammesso che “il risparmio per l’alloggio non è più un tema d’attualità in Svizzera”, dopo che l’11 marzo è stato bocciato un progetto simile.
G.S.