La Juve alla 42° gara senza sconfitta, partenze esaltanti di Napoli, Lazio e Sampdoria, affondano Roma e Milan, esonerato Sannino a Palermo
Emozioni e tanti gol alla terza giornata. Quattro squadre a punteggio pieno dopo tre giornate non era mai successo: Juventus, Napoli e Lazio in vetta, seguite dalla Samp, solo per il punto di penalizzazione. Roma sciupona, si fa rimontare un 2-0 all’Olimpico dal Bologna e il Milan cade ancora a San Siro contro l’Atalanta. Si rialza l’Inter a Torino e continua a convincere la Fiorentina di Montella. A Genoa la Juventus (1-3) ha rischiato seriamente di perdere. Per un’ora, i bianconeri sono stati imbrigliati dalla tattica del Genoa, con marcature a uomo per le fonti di gioco juventine Pirlo e Marchisio. Un primo tempo condotto a ritmi elevati dai genoani, che dopo il gol di Immobile, hanno sprecato tre occasioni per chiudere la partita, pagando nel finale anche gli sforzi fisici. Con l’ingresso di Vucinic (un gol e due assist) e Asamoah (un gol e rigore procurato), la Juventus dà una sterzata alla gara, chiudendo una partita difficilissima e complicata con una prova di forza. Ora la Champions, mercoledì contro il Chelsea, darà un’ulteriore indicazione sulla forza della Juve.
Il Napoli, (3-1) al Parma, convince e si conferma l’antagonista numero uno della Juventus. Prova di maturità al San Paolo, su un campo rizollato, della squadra di Mazzarri (300 partite in A) con i tre attaccanti a segno: Pandev, Cavani e la prima volta del giovane Insigne, che chiude la partita. Il Parma non demerita. Con personalità è rimasto in gara per un’ora abbondante di gioco. Ora attende trasferte più abbordabili per fare punti. Continua a sorprendere la Lazio (1-3 al Chievo) di Vladimir Petkovic. Il tecnico ha impostato la sua squadra, con la stessa rosa dell’anno scorso, con un 4-5-1 e Klose unica punta. Convincono per ora le sue scelte. Il brasiliano Hernanes (doppietta a Verona) ha più libertà di movimento e funge da centrocampista puro. La Lazio imbattuta gioca bene, è solida, concreta e cinica e ha tutte le prerogative per disputare un campionato di alto livello. A punteggio “pieno” di fatto c’è anche la Sampdoria (2-3), che vince a Pescara contro una squadra che ha giocato molto bene e non ha demeritato. La squadra di Ferrara è sempre più convinta dei propri mezzi e molto cinica: a Pescara tre gol su quattro tiri con la doppietta di Maxi Lopez e il gol di Estigarribia. Ferrara si gode il momento e predica umiltà, volando basso.
Incredibile il crollo della Roma (2-3) all’Olimpico contro il Bologna. La squadra di Zeman gioca un primo tempo esaltante segnando con Florenzi e Lamela in sedici minuti. Con un centrocampo aggressivo, squadra corta, inserimenti dei centrocampisti puntuali, la Roma crea occasioni che non sfrutta al meglio. La ripresa è da incubo con la Roma che aveva pensato di avere già vinto. Grossolani errori in difesa permettono al Bologna, trascinato da Gilardino e Diamanti, di portare tre punti pesanti dall’Olimpico. Zeman dovrà dare alla sua squadra continuità e intelligenza nel gestire il risultato, se i giallorossi ambiscono a inserirsi nella lotta per lo scudetto.
Preoccupa la situazione del Milan, la cui crisi non si può più spiegare con l’alibi delle cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic. Tocca ad Allegri dare un gioco al Milan e ridare fiducia all’ambiente depresso per l’inaspettato inizio di stagione. La partita di Champions contro il modesto Anderlecht diventa un banco di prova per invertire la tendenza. Il Milan (0-1) visto contro l’Atalanta è una squadra impoverita, senza idee e gioco, messe a nudo dai bergamaschi tatticamente perfetti. Allegri ha per ora il bonus della ricostruzione, ma sa benissimo che solo i risultati allontanano l’ombra dell’esonero, che al Milan non si verifica dal 2001. Si riscatta l’Inter (0-2) che vince agevolmente a Torino con le reti di Milito e Cassano. Stramaccioni ha varato la squadra in un 4-4-2 con un centrocampo di maggior sostanza, portando a casa una vittoria di gruppo, conquistata con una prova di grande compattezza e carattere. Il Torino recrimina per l’occasione mancata da Bianchi per pareggiare, ma i granata sono stati decisamente inferiori sul piano del gioco.
Gioisce la Fiorentina (2-0) di Montella che continua a convincere e batte la sua ex squadra, il Catania. I viola soffrono nel primo tempo un Catania ordinato, che imbriglia i padroni di casa, i quali corrono qualche brivido sulle ripartenze dei siciliani. Rompe l’equilibrio Jovetic al 43’ con il suo quarto gol in campionato. Nella ripresa la Fiorentina gestisce la gara senza affanni e Luca Toni la chiude con la rete del raddoppio. Bella rimonta del Siena (2-2) sull’Udinese, che cercava la prima vittoria in campionato. I friulani gelano i senesi con due reti di Basta e Di Natale nei primi sei minuti. La partita, controllata dall’Udinese, cambia dopo l’espulsione di Lazzari (52’). Ze Eduardo ispira il gioco del Siena e pareggia su rigore al 77’, dopo il gol di Calaiò,. Si illudono il Palermo (1-1) contro il Cagliari e il suo allenatore Sannino. Per un’ora i siciliani dominano la partita, ma si fanno beffare dal gol del giovane Marco Sau, che fa infuriare il Barbera. Fatale il pareggio a Sannino, esonerato dal presidente Zamparini, dopo appena tre giornate. Zamparini ha spiegato la sua decisione con la paura di retrocedere. Al suo posto arriva Gian Piero Gasperini, ex tecnico di Genoa e Inter.
Classifica di Serie A: Juventus, Lazio e Napoli 9; Sampdoria 8; Inter e Fiorentina 6; Roma e Catania 4; Parma, Genoa, Milan, Chievo, Torino e Bologna 3; Cagliari e Atalanta 2; Udinese e Palermo 1 ; Pescara 0; Siena -4