L’ultimo film del regista romano, attraverso le vicende degli abitanti di una signorile palazzina di tre piani, indaga sulle fragilità, le scelte e la responsabilità delle azioni umane. Dal 3 febbraio al cinema
Chi conosce la filmografia di Nanni Moretti sa che con Tre piani il regista italiano si mette alla prova con una storia non originale che trae spunto dal libro di grande successo di Eshkol Nevo del quale ha volutamente lasciato intatto il titolo. Come nel libro dello scrittore israeliano, il film racconta le vicende che coinvolgono i nuclei familiari che vivono in una signorile palazzina di tre piani, una giovane coppia con una figlia piccola, una giovane neo mamma, una coppia di anziani e una coppia di professionisti con un figlio problematico. Sono personaggi comuni ripresi nelle loro fragilità, paure e ossessioni particolari o di tutti i giorni, sentimenti che in certi casi possono anche spingere ad azioni estreme.
Moretti, attraverso le vicende personali e i turbamenti intimi dei protagonisti, gli abitanti di questa palazzina, affronta temi a lui tanto cari, quali i sensi di colpa, la giustizia, le conseguenze delle nostre scelte e soprattutto la responsabilità dell’essere genitori.
Proprio la genitorialità è qui indagata in maniera minuziosa attraverso il rapporto turbolento e opprimente tra Vittorio, interpretato proprio da Nanni Moretti, con il figlio ventenne Andrea (Alessandro Sperduti) che subisce l’autoritarismo del genitore al punto che, come unica reazione, il ragazzo ha solo comportamenti fallimentari, confermando in questo modo il pensiero paterno, mentre la madre (Margherita Buy) non riesce ad imporsi nelle dinamiche familiari.
La paura nell’affrontare le proprie responsabilità genitoriali si individua nella vicenda di Monica, interpretata da Alba Rohrwacher, alle prese con la prima esperienza di maternità da sola a causa di un marito assente non solo fisicamente per lavoro, ma anche non presente come figura genitoriale e come compagno. Oltre ad affrontare la maternità da sola, Monica dovrà combattere con lo spettro che i problemi mentali di cui soffre sua madre possano colpire anche lei.
I sensi di colpa dei giovani genitori sono il leitmotiv della vicenda vissuta da Lucio, interpretato da Riccardo Scamarcio, che vive nell’ossessione che possa essere successo qualcosa alla figlia settenne scomparsa per qualche ora con l’anziano vicino di casa che, insieme alla moglie, nei momenti di bisogno si occupava della bambina. Vittorio da quel momento in poi vivrà un tormento per quello che potrebbe essere successo alla figlia nelle mani dell’anziano e troppo amorevole vicino accusando se stesso e la moglie Sara (Elena Lietti) di aver trascurato le proprie responsabilità genitoriali e di non voler accettare quello che lui crede possa essere la realtà dei fatti per non annaspare nei sensi di colpa.
Ma c’è un altro tema ampiamente considerato dal regista, quello, cioè, delle conseguenze delle proprie azioni. Dice Moretti che “ogni gesto che noi compiamo anche nell’intimità delle nostre case ha conseguenze che si ripercuoteranno sulle generazioni future. Di questo ognuno di noi deve essere consapevole e responsabile: le nostre azioni sono quello che noi lasciamo in eredità a chi viene dopo di noi”. Conseguenze che nell’arco di 10 anni possiamo seguire nelle vicende personali dei protagonisti che abitano nei tre piani dell’elegante palazzina e che portano alla luce i cambiamenti etici e morali che, però, riguardano soprattutto le donne. Per il regista sono infatti soprattutto i personaggi femminili ad essere “più inclini al cambiamento, “più aperte e con reazioni più sane” con le quali cercano di sbloccare le cose. I personaggi maschili, invece, spiega Moretti in un’intervista “restano più fermi, bloccati, addirittura incistati nei loro ruoli, tra rigidità, ossessioni” che li lascia ancorati alle loro non sempre giuste certezze. Non tutti certamente, c’è chi, come Andrea, il figlio scapestrato dell’imperturbabile giudice, riesce a rompere gli schemi attraverso un consapevole processo di crescita e gettare le basi per un futuro migliore.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2021, Tre piani è finalmente visibile a partire dal prossimo 3 febbraio al cinema!
Redazione La Pagina