Sì anche alla pianificazione territoriale, la normativa sulla politica famigliare respinta dai cantoni
La Svizzera dice basta ai super salari e bonus dei manager e dà l’ultima parola alle assemblee degli azionisti per decidere su salari e buonuscite, togliendola ai consigli di amministrazione delle società. In caso di violazione si rischiano fino a 3 anni di carcere. I cittadini hanno dato un chiaro segnale approvando l’iniziativa dell’imprenditore sciaffusiano Thomas Minder contro le retribuzioni abusive con un risultato storico: tutti i cantoni hanno detto sì e si è registrato il 68% dei consensi, il secondo miglior risultato della storia per un’iniziativa popolare. Anche il Cantone di Zurigo, dove risiedono importanti società quotate in borsa, ha detto sì con il 70.2% dei voti. Per gli esperti è stato il caso Daniel Vasella a fare aumentare i sì rispetto all’ultimo sondaggio. Raggiante Minder che ha sostenuto, dopo il risultato plebiscitario, che “l’iniziativa sarà uno dei migliori prodotti d’esportazione della Svizzera”, ma ora inizierà un’altra battaglia per la “controversia che accompagna l’iniziativa in Parlamento”. E stato uno schiaffo all’economia, che assicura tramite la Federazione delle imprese svizzere, economiesuisse, di partecipare “in maniera costruttiva all’elaborazione dell’ordinanza d’esecuzione e all’implementazione dell’iniziativa nella legge”. Ma anche il Parlamento e il Governo, che aveva sostenuto il controprogetto indiretto, sono usciti sconfitti. Il ministro di giustizia Simonetta Sommaruga ha reagito rassicurando che “il Governo ha capito il malumore della popolazione e metterà in vigore l’articolo costituzionale senza esitare”. Il Consiglio federale ha un anno di tempo per inserire, nella costituzione svizzera, la nuova normativa, così come è uscita dalle urne.
È stato un risultato in bilico fino all’ultimo quello della votazione riguardante l’articolo costituzionale sulla famiglia, che avrebbe incaricato Confederazione e Cantoni di promuovere la conciliabilità tra famiglia e lavoro, accordando ai genitori mezzi supplementari, sgravi fiscali e potenziando le strutture di custodia complementari alla famiglia. Alla fine c’è stata una spaccatura che ha consegnato una Svizzera molto conservatrice nella politica famigliare; l’articolo ha raggiunto la maggioranza dei votanti con 54.3% dei consensi, ma non ha convinto la maggioranza dei cantoni (15 a favore contro 11) necessaria per fare approvare la modifica costituzionale. La proposta è stata sostenuta dai cantoni latini e dai cantoni urbani della Svizzera tedesca, ossia i due mezzi cantoni di Basilea, Zurigo e Soletta. Determinanti per il no sono stati i cantoni rurali-conservatori. Per il consigliere federale Alain Berset “c’è una maggioranza netta che vuole vedere la politica famigliare andare avanti e svilupparsi”. A questo desiderio bisogna che Confederazione, cantoni, comuni ed economia vengano incontro sulla base del quadro istituzionale attuale.
Nel terzo oggetto in votazione sulla revisione della legge sulla pianificazione del territorio (LPT) che fissa misure efficaci, in grado di arginare l’espansione disordinata e incontrollata degli insediamenti nel territorio è uscito un chiaro sì. La revisione è stata accettata dalla maggioranza del popolo svizzero con il 62.9% e da tutti i cantoni a parte il Vallese, che ha detto no con l’80.4%. La modifica legislativa limiterà le aree edificabili all’equivalente delle necessità previste per i prossimi quindici anni. Cantoni e comuni che hanno ampliato troppo abbondantemente le zone edificabili saranno costretti a ridurle e a risarcire i proprietari.