Rapporto OCSE sulla sanità: Italia nella media europea, maglia nera per la Svizzera
Gli ospedali e i medici svizzeri hanno senz’altro una reputazione molto buona, però un recente rapporto OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) rivela che troppo spesso capita che durante le operazioni vengano dimenticati strumenti nei corpi dei pazienti. “Rispetto a tutti gli altri paesi europei, la Svizzera ha il più alto numero di casi in cui inavvertitamente sono stati lasciati oggetti estranei nei corpi dei pazienti”, si legge nel rapporto.
Maglia nera, quindi, per la Svizzera che si colloca all’ultimo posto della classifica dei paesi stilata in base al numero di oggetti lasciati nel corpo dei pazienti durante le operazioni. Tali disattenzioni, anche se a volte vengono alla luce solo dopo anni, possono essere fatali, dice l’OCSE. La media europea è di 3,8 per 100’000 operazioni. In Svizzera la cifra sale a 11,6. Per fare un confronto, in Norvegia la media è a 6, in Germania a 5,5, in Svezia a 4,4 e in Finlandia a 3,9. In Italia la cifra è di 3,5 mentre per l’ultima classificata si scende fino all’11,6. Ogni tanto capita di sentire storie di pazienti sottoposti a interventi chirurgici, osserva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” su TusciaTimes, che a distanza di tempo scoprono di avere nel proprio corpo oggetti dimenticati dai medici che li hanno operati. Uno dei casi più eclatanti è quello di un bambino leccese di appena 24 giorni di vita, ora ventitrenne a cui un chirurgo, allora luminare, lo ha operato in un ospedale di Bari per un reflusso renale bilaterale “dimenticando” nella vescica una garza lunga 30 centimetri.
Per quanto riguarda ancora l’Italia “gli indicatori di salute della popolazione italiana sono tra i migliori nell’area OCSE. L’Italia è al quinto posto tra in paesi OCSE nell’aspettativa di vita alla nascita, 82.3 anni. I tassi di ricovero ospedaliero per asma, malattie polmonari croniche (bronco pneumopatia cronica ostruttiva – BPCO) sono tra i più bassi dell’area OCSE e quelli di mortalità a seguito di ictus o infarto sono ben al di sotto della media OCSE”, dice il rapporto.
In Italia un problema però lo dimostrerebbero le disuguaglianze tra le regioni: “Questi dati aggregati, sebbene rassicuranti, mascherano tuttavia profonde differenze regionali. I tassi di ricoveri ospedalieri per condizioni come l’asma e la BPCO, che dovrebbero essere evitate con appropriata assistenza primaria e territoriale, variano significativamente. Ad esempio, il numero di bambini ricoverati in ospedale con un attacco d’asma in Sicilia è cinque volte superiore rispetto alla Toscana e i ricoveri ospedalieri per malattie polmonari croniche variano del doppio, con 1.5 ricoveri per 1000 abitanti in Piemonte e 3.07 in Basilicata. L’incidenza di parti cesarei, associati ad un maggiore rischio di morte della madre e complicazioni e che quindi andrebbero limitati, mostrano anch’essi forti variazioni. A livello nazionale, i parti cesarei rappresentano circa il 25% del totale, ma l’incidenza è sensibilmente più elevata nelle regioni del sud, per esempio in Campania dove si arriva a più del 45%, mentre in Trentino Alto Adige i valori sono molto più bassi (Bolzano, 13.6% e Trento 14.5%)”, si legge nel rapporto.
Per quanto riguarda le disuguaglianze, l’OCSE scrive: “Oltre a lavorare per ridurre le forti disparità tra le regioni, è necessario porre maggiore attenzione alla qualità della sanità a livello nazionale. Negli ultimi anni, il settore sanitario ha subito forti pressioni di contenimento della spesa nel contesto delle manovre di bilancio. Mentre l’Italia fornisce un’assistenza sanitaria di qualità e a un costo relativamente basso – con $3027 per abitante a parità di potere d’acquisto l’Italia spende molto meno di paesi limitrofi come l’Austria, la Francia o la Germania – la lenta crescita della spesa prima della crisi e il taglio della spesa durante la crisi (-0.4% sia nel 2010 che nel 2011), hanno messo a dura prova le risorse”.