È questo l’appello di Papa Francesco, e diversi ricercatori sono sicuri: meglio quantità che qualità, una riflessione in riguardo alla Festa del papà
L’Università di Yale ha effettuato diversi studi in merito alla domanda se conta più la qualità o la quantità del tempo trascorso con i propri figli, il risultato è che vince la quantità di tempo. Gli studi inoltre dicono che per dimostrare il nostro amore ai figli non c’è affatto bisogno di regali speciali o di gite spettacolari, basta la presenza.
La conclusione è stata che: “il tempo di qualità non funziona con i bambini. Se i bambini dovessero scegliere tra passare un’ora al giorno con un genitore perfetto o tutto il giorno con un genitore schizzato, preferirebbero il giorno intero con il genitore schizzato”, soprattutto per i papà però non sempre è così facile prendersi abbastanza tempo per i figli. È in continua trasformazione il ruolo dei papà, mentre una volta il padre di famiglia era responsabile soprattutto del mantenimento economico della famiglia, i papà di oggi tornano a casa dopo una giornata di lavoro per dedicarsi anche a compiti come pulizia, cucinare e per godersi il tempo con i piccoli che aspettano con ansia che lui torni. Sono numerose le storie che troviamo di papà che fanno grandi cose per i propri figli, come quella del cinese quarantenne Yu Xukang che ogni giorno fa 29 km con il figlio adagiato sulle spalle per garantirgli di poter frequentare la scuola.
Poca attenzione però si dà alle piccole cose che i papà fanno per i propri figli. Prendersi il tempo per leggere una favola o cantare la canzone preferita, nonostante si torni da una giornata di lavoro davvero faticosa, vestirsi da cappuccetto rosso perché la figlia vuole fare il lupo a carnevale, trasformare una scatola vuota in una Ferrari per il piccolo o fare un corso di acconciature per garantire alla figlia una treccia perfetta, questi sono solo alcuni esempi di cose “stravaganti” che fanno dei papà di oggi eroi veri e propri. Prendersi il giusto tempo oggigiorno non è sempre facile, ed è per questo che sono in corso diverse riforme o iniziative sia in Italia che in Svizzera per il congedo di paternità.
Congedo di paternità in Svizzera e Italia
Nel 2011, secondo i dati più recenti che l’Inps fornisce, su 263.786 congedi parentali facoltativi in Italia, solo 31.905 sono stati goduti dai padri, e di questi meno di 3 mila con un contratto a tempo determinato. I ritocchi alla materia apportati dalla legge 92 del 2012 («legge Fornero») rimangono poco più che simbolici: dal 1° gennaio di quest’anno è previsto l’obbligo per il padre di «astenersi dal lavoro per un periodo di un giorno» nei primi «cinque mesi dalla nascita del figlio»; si possono aggiungere due giorni, ma sottraendoli al monte-giorni della madre. Per la prima volta, con la «Fornero», viene dunque introdotta l’obbligatorietà per i padri, ma un giorno solo.
In Svizzera attualmente ai padri vengono concessi uno o due giorni liberi dopo la nascita del figlio, il tentativo da parte dei Verdi di permettere ai cantoni se introdurre un congedo per paternità o meno è stato respinto dal Consiglio nazionale all’inizio di marzo. Sono in corso diverse iniziative e tentativi che ora saranno esaminati dai politici.
L’esempio svedese
Primo Paese a introdurre il congedo per i padri esattamente vent’anni fa, dà ai genitori la facoltà di scegliere un congedo parentale di 56 settimane (durante le quali si ha diritto all’80% dello stipendio) o 46 (a salario pieno), 12 delle quali (anche frazionate in modi diversi) sono riservate al padre.