Ecco cos’è e come funziona
Dopo il licenziamento del capo dell’Fbi, James Comey, le indagini legate al dossier Russiagate e il caso Flynn (vedi in basso), sono sempre più ricorrenti le voci sulla possibilità di avviare la procedura dell’impeachment per Donald Trump. Ma cos’è e cosa prevede la rimozione forzata del presidente americano? L’impeachment o messa in stato di accusa è una procedura con la quale si prevede il rinvio a giudizio del presidente americano o di chi ricopre cariche pubbliche, qualora si ritenga che abbia commesso particolari illeciti nell’esercizio delle proprie funzioni.
Nell’ordinamento giuridico statunitense, possono essere sottoposti al procedimento i componenti dell’esecutivo, dal presidente al vicepresidente fino ai funzionari delle amministrazioni statali, e i giudici intesi come membri delle giurisdizioni federali. Ad avviare l’Istituto è la Camera dei Rappresentanti, investita della funzione di discutere i presupposti dell’accusa ed eventualmente elevarla (con voto a maggioranza semplice dei presenti), e poi il Senato, che ha il ruolo di giudice (con voto a maggioranza dei due terzi dei presenti). Se a essere sottoposto a impeachment è il presidente degli Stati Uniti, sarà il presidente della Corte suprema a presiedere il Senato.
Sono tre i casi previsti dalla Costituzione americana per attivare l’impeachment: tradimento, corruzione e “altri gravi crimini e misfatti”. Uno dei principali problemi dell’impeachment è la definizione degli illeciti ed è su questo argomento, come nel caso di Trump, che nascono spesso controversie. Le sanzioni che contempla l’istituto sono la rimozione o destituzione dalla carica e l’interdizione dai pubblici uffici.
Negli Stati Uniti, sono stati sottoposti a impeachment il presidente repubblicano Andrew Johnson nel 1868 e quello democratico Bill Clinton nel 1999. Quanto a Richard Nixon, non si può parlare propriamente di impeachment nel 1973 per lo scandalo Watergate, poiché si dimise prima che venisse avviata la procedura. Johnson, che aveva sostituito Abraham Lincoln dopo il suo assassinio fu sottoposto all’impeachment per alcuni supposti abusi nell’esercizio dei suoi poteri, e si salvò per un solo voto. Clinton invece, subì l’impeachment per aver mentito sulla sua relazione con Monica Lewinsky, allora stagista alla Casa Bianca. I capi di imputazione nel suo caso furono spergiuro e l’ostruzione alla giustizia. Nel febbraio 1999, il Senato lo assolse.
Trump e Russiagate
Il ‘Russiagate’ è l’inchiesta che sta coinvolgendo in queste settimane la presidenza Trump. Rivelazioni, incontri segreti e materiale compromettente, il Russiagate ruota attorno a presunte intrusioni russe nelle ultime elezioni presidenziali statunitensi e coinvolge direttamente lo stesso Donald Trump.
Il caso Flynn
Nel giorno dell’insediamento di Donald Trump arrivò la conferma di un’indagine condotta dall’Fbi e da altre agenzie di intelligence su alcuni dei suoi principali consiglieri, tra i quali l’ex presidente della sua campagna Paul Manafort, per sospetti rapporti con la Russia e con l’ex dirigenza filorussa ucraina. Tale inchiesta, basata su intercettazioni e transazioni finanziarie, ha avuto poi risvolti inaspettati. Nel febbraio scorso l’allora consigliere per la Sicurezza nazionale Michael Flynn fu costretto a dimettersi per aver mentito su rapporti intrattenuti con funzionari russi, con i quali avrebbe discusso della revoca delle sanzioni, prima dell’insediamento del nuovo presidente americano.
La questione è tornata ora sotto i riflettori dopo che il New York Times ha pubblicato un memorandum che potrebbe essere esplosivo per il futuro della Casa Bianca. Si tratta degli appunti raccolti dall’ex direttore dell’Fbi James Comey dopo un incontro con Trump, in cui il presidente statunitense gli avrebbe chiesto di insabbiare l’inchiesta su Michael Flynn a pochi giorni dalle sue dimissioni.
Adnkronos