Ecco cosa cambia il sì al referendum Costituzionale in Turchia
Tra i punti più importanti della riforma, accettata dai turchi la scorsa domenica con il 51,37% contro 48,63% alcuni entreranno in vigore subito, come il fatto che il capo di Stato può mantenere il legame con il partito di provenienza, così il presidente in carica, Recep Tayyip Erdogan può tornare ad essere iscritto al suo partito Akp. Tra le nuove misure inoltre c’è l’abolizione dell’incarico di primo ministro, sostituito dai vice presidenti. Tra i nuovi poteri del presidente figurano la nomina dei ministri, la presentazione di una proposta di bilancio, la scelta di quattro dei 13 componenti del Consiglio supremo dei giudici e dei procuratori, tra i quali ci sono il ministro della Giustizia e il sottosegretario (entrambi scelti dallo stesso presidente).
Il presidente può inoltre emettere decreti con forza di legge, decretare lo stato d’emergenza (in vigore in Turchia dallo scorso luglio) e sciogliere il Parlamento.
Il numero dei parlamentari passa da 550 a 600 e l’Assemblea può avviare con la maggioranza dei voti dei deputati procedure per l’impeachment del presidente.
Le elezioni presidenziali e parlamentari si tengono contemporaneamente ogni cinque anni e il presidente non può restare in carica per più di due mandati.
Interessante il votoall’estero
Dalla Germania all’Olanda, passando per Austria e Belgio il ‘sì’ ha superato il 60%, andando in molti casi anche oltre, mentre la riforma è stata bocciata dai turchi residenti in Svizzera.
Gli aventi diritto (voto all’estero) sono circa 2,9 milioni su un totale di 55,3 milioni di elettori, circa il 59,2% degli elettori ha sostenuto le riforme volute da Erdogan.
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foto: Ansa