Supera i 300 il bilancio dei morti nella miniera turca di Soma
Più di 300 minatori sono morti dopo l’esplosione avvenuta lo scorso mercoledì in una miniera di carbone nella provincia di Manisa, nella Turchia occidentale, uno dei peggiori disastri industriali che abbia mai colpito il Paese. Il ministro dell’Energia Taner Yildiz ha reso noto che 363 lavoratori sono stati estratti vivi nelle fasi iniziali delle operazioni di salvataggio. Lo scoppio probabilmente è stato innescato da un trasformatore elettrico difettoso. Al momento il triste primato era detenuto dalla miniera di Zonguldak, dove, a causa di una fuga di gas nel 1992, persero la vita 263 lavoratori. Yildiz ha promesso che il governo “si dimostrerà intransigente su eventuali negligenze della compagnia. Faremo tutto ciò che è necessario, inclusi tutti i passi amministrativi e legali”.
La compagnia Soma Komur proprietaria della miniera ha dichiarato che erano state adottate tutte le misure di sicurezza possibili e anche il ministro del Lavoro ha confermato che l’ultimo controllo era stato effettuato il 17 marzo scorso e che tutto era stato trovato in regola. Il minatore Oktay Berrin ha dichiarato però che non era così e che “non c’era nessuna sicurezza nella miniera”. “I sindacati – ha continuato – sono solo burattini e la compagnia si preoccupa solo dei soldi”. In un discorso tenuto ad Ankara, il primo ministro Recep Tayyip Erdogan ha espresso le sue “condoglianze” alle famiglie delle vittime. In diverse città turche come Izmir, Istanbul o la capitale Ankara dopo la strage nella miniera migliaia di manifestanti si sono incontrati nelle piazze per protestare. La polizia turca ha fronteggiato a colpi di lacrimogeni e idranti circa 20 mila manifestanti che protestavano contro il governo nella città di Izmir, accusandolo di essere responsabile della strage avvenuta nella miniera di Soma.
Fra le 3.000 e le 4.000 persone si sono riunite in piazza Kizilay ad Ankara, nel pieno centro della città, e hanno lanciato petardi contro le forze dell’ordine, altri scontri si sono verificati ad Istanbul. Amnesty International ha chiesto al governo turco di indagare con urgenza sulla catastrofica esplosione e sulle denunce relative ai pericoli cui sono esposti i lavoratori delle miniere. “Questa tragedia avrebbe dovuto essere evitata. La lunga storia di morti in miniera in Turchia solleva dubbi atroci sulla sicurezza dei lavoratori. Il fatto che il governo abbia recentemente respinto richieste dei parlamentari d’indagare su altri incidenti sul lavoro nelle miniere è scioccante. Qui si gioca con la vita delle persone”, ha dichiarato Andrew Gardner, ricercatore di Amnesty International sulla Turchia.
“Le autorità turche devono aprire un’inchiesta immediata sulle cause dell’esplosione alla miniera di Soma e mettere a disposizione dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime tutte le forme di rimedio possibile. Soma Holding dovrà fornire piena collaborazione all’inchiesta, i cui risultati dovranno essere resi pubblici”, ha concluso Gardner.