Il turismo enogastronomico che mira a valorizzare luoghi e territori caratterizzati da profumi, sapori e colori unici nel suo genere, sta diventando sempre più di moda tra gli italiani. Si tratta di un settore in forte crescita, che ha visto negli ultimi dieci anni un notevole incremento.
E, in Italia, i tour enogastronomici sono davvero tanti se si considerano le tante località e le mille combinazioni possibili che possono collegarle tra loro in ragione dell’enorme patrimonio di prodotti tipici che offre la terra e delle varie ricette regionali.
Ecco il motivo, anche, del sorgere di molti agriturismi e di percorsi ad hoc creati secondo una certa logica nel far apprezzare la propria terra a tutti coloro che vi si recano per scoprire gusti e sapori sempre nuovi.
L’Italia, dicevamo, è il paese ideale per il turismo enogastronomico: in pochi anni il territorio si è adattato a questo tipo di domanda che con il tempo è diventata sempre più precisa e gli operatori hanno iniziato a proporre viaggi e pacchetti doc.
In effetti le abitudini del turista sono cambiate: non si dedica più tanto tempo alla vacanza in sè, soprattutto per un discorso economico, ma aumentano le persone che al posto delle semplici vacanze, cercano luoghi dove trovare un giusto mix tra arte, cultura, archeologia e sapori.
Chi ama viaggiare sceglie così di regalarsi anche una semplice gita fuori porta in occasione di determinati eventi enogastronomici, ormai onnipresenti nelle varie località della penisola durante tutto l’anno, unendo il piacere del viaggio a quello del gusto.
È consigliabile effettuare questi tour durante il periodo primaverile e autunnale, quando i paesaggi regalano colori stupendi e una maggiore scelta delle prelibatezze da assaporare. Esempi concreti di itinerari enogastronomici finalizzati a sostenere questo fenomeno turistico sono le strade del vino e le strade del gusto e dei sapori.
L’enoturismo in particolare muove ogni anno circa tre milioni e mezzo di “turisti del territorio” o “viaggiatori raffinati del gusto”.
In Italia, i bacco-viaggiatori sono quasi sei milioni, tra i 26 e i 45 anni. Sono persone di cultura medio-alta che leggono riviste e guide specializzate, frequentano abitualmente enoteche e wine bar ed amano dedicare i loro fine settimana ai territori che offrono arte, storia, cibi ed etichette di qualità.
Il vino, considerato sempre meno alimento e sempre più occasione per migliorare stile e qualità della vita, ormai è dunque anche un pretesto per alimentare la fantasia alla scoperta di territori, per esplorazioni di cantine, per la ricerca di prodotti e assaggi di specialità culinarie.
Secondo il Centro studi di Vinitaly, il 40% degli italiani acquista il vino che consuma abitualmente direttamente in cantina. Il 46%, inoltre, considera le degustazioni in azienda uno strumento efficace di promozione, per il 34% lo sono invece gli eventi aperti al pubblico nelle varie città per degustare e acquistare vino direttamente dai produttori.
Le forti tradizioni della cucina regionale, rappresentano poi un ulteriore punto di forza per la valorizzazione territoriale in Italia e all’estero. Il 50% dei wine lover partecipa a Cantine aperte e circa il 30% si dedica al turismo enogastronomico o a percorrere le Strade del vino.
Rispetto alla media nazionale, infine, gli enoappassionati sono più sensibili alle tematiche ambientali (75,5% contro 42%), perché l’82,5% di loro ritiene che esiste uno stretto rapporto tra vino e tutela dell’ambiente.
Le mete migliori per l’enoturismo sono la Toscana, seguita dal Piemonte e dal Veneto che nell’ultimo anno ha superato l’Umbria e la Puglia.
E anche la birra inizia a far muovere il turismo in Italia. Il boom soprattutto in Veneto dove di microbirrifici se ne contano ufficialmente 23, distribuiti in quasi tutte le province: rappresentano dei veri punti di riferimento per i cultori della bevanda.
Come dicevamo all’inizio, l’Italia è l’unico paese al mondo a poter offrire una grande varietà di percorsi turistici legati all’enogastronomia con 142 strade dei vini e dei sapori lungo le quali assaporare le molteplici tipicità del territorio e, oltre a più di diciottomila agriturismi, in Italia sono “aperti al pubblico” per acquistare prodotti enogastronomici 63mila frantoi, cantine, malghe e cascine.
Secondo la Coldiretti, il Belpaese può contare anche sulla leadership europea nella produzione biologica e nell’offerta di prodotti tipici con ben 202 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario e 4.471 specialità tradizionali censite dalle regioni, mentre sono 477 i vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (316 vini Doc, 41 Docg e 120 Igt).
Il fatturato del turismo enogastronomico si aggira attorno ai due miliardi e mezzo di euro ed è sempre in aumento.