Sono le parole che tanti aspettavano da parecchio tempo e che in questi giorni rimbalzano di bocca in bocca, occupano le prime pagine dei giornali, tutte le home page dei siti di informazione, aprono i tg italiani: Silvio Berlusconi è stato condannato.
Il responso è arrivato con condanna a seguito: dopo due anni e 50 udienze il nostro ex premier, il Cavalier Silvo Berlusconi, è stato condannato in primo grado per i reati di concussione e prostituzione giovanile: sette anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici è la pena completa, di fronte ai sei anni richiesti dal pubblico ministero Boccassini. È passato alla storia come Rubygate, lo scandalo sessuale che ha coinvolto Silvio Berlusconi e la giovane Ruby Rubacuori, nome d’arte di Karima El Mahroug, una ballerina di night club minorenne che ha scoperchiato un vaso di pandora colmo di feste a sfondo sessuale, regali costosi e doni pecuniari a giovani donne, travestimenti e balli sfrenati al ritmo del Bunga Bunga ad Arcore. Una sentenza che ha meravigliato tutti, in particolar modo lo stesso Berlusconi che in una nota ha commentato così l’accaduto: “Ero veramente convinto che mi assolvessero perché nei fatti non c’era davvero nessuna possibilità di condannarmi”.
Nel frattempo un gruppo di manifestanti, radunatisi davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, ha accolto con applausi e grida di esultanza la notizia della condanna del Cavaliere. Alcuni di loro hanno intonato l’inno d’Italia. Senza dubbio si tratta di una sentenza storica, ma la partita non è finita: assisteremo ancora al ricorso in appello e poi si dovrà attendere la decisione della Cassazione. Ci vorranno ancora anni prima di avere una sentenza definitiva, anni in cui il caro Cavaliere sarà ancora al centro dell’attenzione politica e mediatica e lo sa bene l’imputato, che si dichiara pronto a lottare: “Ma io, ancora una volta, intendo resistere a questa persecuzione perché sono assolutamente innocente e non voglio in nessun modo abbandonare la mia battaglia per fare dell’Italia un paese davvero libero e giusto”. Insomma ne vedremo delle belle, ancora.