Ancora scontri e bombardamenti, anche dopo il cessate fuoco
Nuovi scontri, a Donetsk e Mariupol, mettono a rischio la fragile tregua, concordata lo scorso venerdì fra forze ucraine e separatisti filorussi. Forti bombardamenti sono stati segnalati attorno all’aeroporto di Donetsk e nel vicino sobborgo di Avdiivka, riferisce l’agenzia stampa Interfax Ukraine. Bombardamenti sono stati anche segnalati a est di Mariupol, città industriale ucraina sulle rive del mare di Azov. Il consiglio municipale afferma che le forze separatiste hanno rotto la tregua attaccando un check ponit governativo ai limiti orientali della città. Nell’attacco è rimasto ucciso un civile, un soldato è stato ferito e una stazione di benzina è stata distrutta. “Mariupol è e rimarrà ucraina”, ha scritto intanto su Facebook il ministro ucraino degli Interni, Arsen Avakov, promettendo l’invio di rinforzi militari. La Nato ha deciso di “mantenere un’attività e una presenza continua nei Paesi dell’Est Europa dell’Alleanza”. Lo ha annunciato il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen, in una conferenza stampa al summit della Nato a Newport, nel Galles. La presenza, ha spiegato, sarà effettuata “a rotazione” ed è una risposta alla crisi in Ucraina e al coinvolgimento della Russia. Gli Stati Uniti hanno promesso all’Ucraina la stessa assistenza prevista per i partner della Nato (assistenza diretta nella sicurezza, addestramento ed esercitazioni, assistenza per le riforme istituzionali a lungo termine), intendono “intensificare il loro sostegno” anche a Georgia e Moldavia ma anche sostenere altri paesi “della periferia russa”. È quanto precisa un comunicato diffuso dalla Casa Bianca dopo la conclusione del vertice Nato di Newport, nel Galles, in cui è stata concordata l’apertura di cinque nuove basi militari nei paesi dell’Est Europa e la costituzione di una forza di reazione rapida. Già da metà agosto, gli Stati Uniti hanno stanziato 60 milioni di dollari per il ministero della difesa ucraina, il servizio di frontiera, e la Guardia nazionale e sono state fino a ora, con spedizioni che proseguiranno per tutto l’anno, hanno consegnato pasti pronti, elmetti e giubbotti anti proiettile, radio, veicoli, sistemi per la visione termica, medicine, robot per la distruzione di esplosivi, uniforme ed equipaggiamenti tattico personale. A breve inizieranno le spedizioni di sistemi per la visione notturna e altri sistemi di comunicazione.
Scozia, per la prima volta indipendentisti in testa in un sondaggio
A 11 giorni dal referendum sull’indipendenza della Scozia, per la prima volta i separatisti appaiono in testa in un sondaggio. Secondo un rilevamento YouGov gli indipendentisti sono al 51%, mentre il 49% vuole mantenere l’unione con la Gran Bretagna. Il sondaggio pubblicato dal Sunday Times, su un campione di 1.084 scozzesi, esclude però gli indecisi. Sono cinque milioni gli scozzesi che saranno chiamati alle urne il 18 settembre per rispondere alla domanda: “volete che la Scozia sia un paese indipendente?”. Al centro della campagna vi sono stati due dibattiti televisivi in agosto fra il primo ministro del governo autonomo scozzese e alfiere dell’indipendenza, Alex Salmond, e l’ex cancelliere dello Scacchiere, il laburista Alistair Darling, a capo di ‘Better togheter’, movimento interpartitico a favore del mantenimento dell’unione. Darling è considerato il vincitore del primo dibattito e Salmond quello del secondo. A favore degli indipendentisti giocano recenti dati positivi sull’economia scozzese.