Oltre la metà dello spazio mediatico è occupato dai due partiti che rappresentano solo il 40% dell’elettorato
Fino alla fine di agosto 2015 sono stati analizzati circa 3000 articoli di giornali delle sei più grandi testate nazionali con l’obiettivo di esaminare quali partiti ed esponenti di partito sono stati menzionati. Dallo studio pubblicato dall’istituto di ricerca fög dell’Università di Zurigo, è emerso che i principali giornali hanno parlato con molta più frequenza dell’UDC rispetto agli altri partiti durante la campagna per le elezioni federali. Lo spazio occupato (quasi il 33%) dai democentristi non rispecchia però la rappresentanza dei propri elettori del 26.6%. Altro beniamino dei giornali è il PLR, il partito che nei sondaggi è dato in crescita e con quasi il 20% di attenzione negli articoli, supera la quota dei suoi elettori con il 15.6%. Sono invece sottorappresentati e suscitano poco interesse il PS con il 14%, il PDB, il PPD e i Verdi. L’attenzione di questi ultimi due è almeno equa con la loro rappresentanza, mentre il secondo partito elvetico, quello socialista, sbaglia probabilmente a non profilarsi puntando sui propri temi, bensì pensa a distanziarsi dalle provocazioni dell’UDC.
Si parla dunque cospicuamente dell’UDC, che riesce spesso a fare l’apertura delle testate, grazie al suo cavallo di battaglia che sono le proposte sulla politica d’asilo e la migrazione, alla quale i media danno molta attenzione anche per l’attuale crisi dei profughi in Europa. Ad esempio l’appello del presidente UDC, Toni Brunner, a opporsi ai nuovi centri di accoglienza per i rifugiati ha incrementato l’interesse dei media sul tema. Il direttore dell’istituto, Mark Eisenegger, ammonisce che anche i media sono responsabili della scelta dei temi e hanno il compito di non trascurare quelli importanti (ad esempio le assicurazioni sociali), di cui in campagna si parla poco e che permetterebbero agli altri partiti di partecipare ai dibattiti. Comunque una forte presenza nei media non è una garanzia per vincere le elezioni a ottobre, spiega Eisenegger.
Gaetano Scopelliti