La Francia ha risposto alla chiamata alle urne di Macron e si è espressa chiaramente. L’estrema destra non troverà terreno fertile in Francia, che se ne facciano una ragione Le Pen e Bardella considerando che il loro Ressemblement National si posiziona al terzo posto dopo il Nuovo Fronte Popolare di Melenchon, ma anche alle spalle della formazione macroniana. E proprio Macron, con la sua mossa azzardata di convocare nuove elezioni dopo i risultati delle Europee, ne è venuto fuori come vincitore assoluto, anche se ha perso la centralità del suo potere. Un tale risultato così chiaro e così fermamente espresso è confermato da un’affluenza da record ai ballottaggi: il dato confermato dal ministero dell’Interno francese è di 59,71%, in Francia non si vedeva una percentuale così alta di affluenza dal 1981. “L’alleanza del disonore” – come l’ha chiamata il grande sconfitto Bardella – ovvero il Nuovo fronte popolare adesso dovrà affrontare il grande scoglio di non aver la maggioranza dei legislatori necessaria per controllare l’Assemblea Nazionale. Mélenchon, in vista del risultato, chiede chiaramente a Macron “il dovere di far governare il Nouveau Front Populaire”, ma gli scenari che si aprono dopo questo risultato sono davvero molteplici. E mentre il primo ministro francese Gabriel Attal, ha già chiesto le dimissioni dal suo ruolo, il presidente francese Macron le respinge chiedendogli “per il momento di restare, per assicurare la stabilità del Paese”.
Quello che invece è sicuro, in barba al recente risultato delle elezioni Europee, è la sconfitta più totale di Marine Le Pen che, però, non vede tutto completamente nero e ammette che “la vittoria è stata solamente rinviata”. “La marea sta salendo. Questa volta non è salita abbastanza, ma continua a crescere. La nostra vittoria è solo rimandata” ha affermato la leader del RN e dello stesso parere è il suo “delfino” Bardella.
Il risultato francese è espressione più diretta dello spirito di un popolo poco avvezzo al compromesso molto incline alle rivolte, come ci insegna la storia, e così nella notte dopo le elezioni molti si sono riversati nelle strade delle principali città francesi, prima fra tutte Parigi, per festeggiare l’avanzata della sinistra con eloquenti manifesti come «Abbiamo vinto», «Tutti odiano Bardella» e soprattutto «La Francia è un tessuto di migrazioni». Presto sono insorte tensioni, disordini e scontri che hanno comportato innumerevoli arresti e perfino diversi feriti.
Cosa vuol dire questo risultato francese fuori dalla Francia?
Se consideriamo il fatto che solo qualche giorni prima della Francia anche la Gran Bretagna ha segnato lo storico risultato nelle elezioni legislative di registrare più seggi a sinistra e centrosinistra determinando l’ampia maggioranza del partito dei Laburisti per governare, con il risultato francese (anche se però la distribuzione dei seggi in Parlamento al momento non permette di individuare una maggioranza in grado di governare) e, ancora prima la sconfitta in Spagna di Vox alle Europee, lasciano immaginare che in Europa l’estrema destra potrebbe non avere vita facile e in questo quadro l’Italia risulta sempre più isolata. Nello stesso tempo, il risultato francese dà una spinta notevole a Ursula Von der Leyen nella prossima tappa del 18 luglio al Parlamento Europeo. E mentre il fronte formato da Salvini, Orban e Le Pen – i Patrioti per l’Europa – hanno già fatto una scelta, adesso tocca alla premier Meloni decidere una volta per tutte cosa fare e da che parte posizionare l’Italia.
Quello che invece è sicuro, in barba al recente risultato delle elezioni Europee, è la sconfitta più totale di Marine Le Pen che, però, non vede tutto completamente nero e ammette che “la vittoria è stata solamente rinviata”. “La marea sta salendo. Questa volta non è salita abbastanza, ma continua a crescere. La nostra vittoria è solo rimandata” ha affermato la leader del RN e dello stesso parere è il suo “delfino” Bardella.
Il risultato francese è espressione più diretta dello spirito di un popolo poco avvezzo al compromesso molto incline alle rivolte, come ci insegna la storia, e così nella notte dopo le elezioni molti si sono riversati nelle strade delle principali città francesi, prima fra tutte Parigi, per festeggiare l’avanzata della sinistra con eloquenti manifesti come «Abbiamo vinto», «Tutti odiano Bardella» e soprattutto «La Francia è un tessuto di migrazioni». Presto sono insorte tensioni, disordini e scontri che hanno comportato innumerevoli arresti e perfino diversi feriti.
Cosa vuol dire questo risultato francese fuori dalla Francia?
Se consideriamo il fatto che solo qualche giorni prima della Francia anche la Gran Bretagna ha segnato lo storico risultato nelle elezioni legislative di registrare più seggi a sinistra e centrosinistra determinando l’ampia maggioranza del partito dei Laburisti per governare, con il risultato francese (anche se però la distribuzione dei seggi in Parlamento al momento non permette di individuare una maggioranza in grado di governare) e, ancora prima la sconfitta in Spagna di Vox alle Europee, lasciano immaginare che in Europa l’estrema destra potrebbe non avere vita facile e in questo quadro l’Italia risulta sempre più isolata. Nello stesso tempo, il risultato francese dà una spinta notevole a Ursula Von der Leyen nella prossima tappa del 18 luglio al Parlamento Europeo. E mentre il fronte formato da Salvini, Orban e Le Pen – i Patrioti per l’Europa – hanno già fatto una scelta, adesso tocca alla premier Meloni decidere una volta per tutte cosa fare e da che parte posizionare l’Italia.
Redazione La Pagina