Il presidente ugandese Yoweri Museveni ha firmato la legge contro gli omosessuali chiamandoli “disgustosi”
Yoweri Museveni, presidente dell’Uganda dal 1986, ha firmato definitivamente la legge contro gli omosessuali, con applicazione immediata. La nuova legge e la pena detentiva lunga sarebbero necessari perché “l’occidente arrogante e negligente” tenterebbero di reclutare bambini ugandesi per l’omosessualità, questo lo ha detto il presidente durante il processo di sottoscrizione a Kampala.
Con questa firma di Museveni, la pena per “gravi atti omosessuali” in Uganda arriva fino all’ergastolo. Ne fanno parte rapporti sessuali ripetuti tra adulti omosessuali, come anche rapporti sessuali con minorenni o persone sieropositivi. Per essere giudicati colpevoli, basta avere alle spalle anche un solo rapporto: il primo reato omosessuale, infatti, sarà punito con un periodo di carcerazione di 14 anni.
In un primo progetto si parlava addirittura della pena di morte, su pressione internazionale però questa pena così drastica è stata eliminata. La Svezia, ad esempio, aveva minacciato l’Uganda di sospendere tutti gli aiuti finanziari. Il presidente degli USA, Barack Obama, ha parlato di un “passo indietro per tutti gli ugandesi” e ha fatto pressione su Museveni chiedendogli di non firmare.
Dopo la sottoscrizione, adesso toccherà agli USA esaminare i rapporti con l’Uganda. Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, parlando della legge, ha detto l’ha definita “disgustosa” e ne chiede il ritiro. Non ha approfondito però quali sono le possibili conseguenze per gli aiuti e il sostegno del paese africano da parte degli USA.
“Noi africani non proviamo mai ad imporre agli altri i nostri punti di vista, se solo ci lasciassero in pace tutti”. I funzionari statali hanno applaudito mentre il presidente ha firmato il documento, inoltre era presente un gruppo di scienziati ugandesi. Questo team ha presentato un rapporto secondo il quale l’omosessualità non sarebbe condizionato geneticamente, ma sarebbe un comportamento sociale.
Proprio questo rapporto è stato nominato da Museveni come una delle ragioni che lo hanno spinto a firmare il documento. Prima, ha spiegato Museveni, era dell’idea che l’omosessualità fosse un comportamento anomalo con cui sarebbero nate alcune persone, per questo ci sarebbe stata la punizione più alta nel primo progetto. Ora, invece, ha capito che è una scelta libera delle persone che potrebbero anche tentare di influenzare altre persone. Anche prima della messa in atto della nuova legge l’omosessualità era proibita in Uganda.
L’attivista omosessuale Pepe Julian Onziema, incluso sulla black-list, ha detto di essere deluso di questo passo da parte del presidente: “Il presidente ha preso questa decisione perché non ha mai incontrato una persona omosessuale. Questo mi delude”, dice Onziema. A proposito della Black-list, all’indomani della firma della legge anti-omosessuali un giornale ugandese ha pubblicato la lista dei duecento “top gay” con nomi e cognomi sotto il titolo “Scoperti!”
Una forte condanna alla legge anti-gay è stata espressa dal segretario di Stato Usa John Kerry, il quale ha definito la firma da parte del presidente “un tragico giorno per l’Uganda e per tutti coloro ai quali stanno a cuore i diritti umani”. E ancora Kerry: “Ora che questa legge è stata emanata stiamo iniziando a rivedere i nostri rapporti con il governo dell’Uganda per assicurarci che le forme del nostro impegno, compresi i programmi di assistenza, sostengano le nostre politiche anti-discriminatorie e riflettano i nostri valori”.