Valls: “i francesi devono prepararsi a vivere a lungo con la minaccia terroristica”
Quanto è avvenuto a Parigi “è un atto di guerra. E di fronte alla guerra il paese deve prendere decisioni appropriate. Non avremo pietà contro i barbari del Daesh”. È quanto ha
detto il presidente francese Francois Hollande, parlando alla nazione dopo aver presieduto il consiglio di difesa. “È un atto di guerra commesso da un esercito jihadista contro i valori che difendiamo e quello che siamo: un paese libero”, ha proseguito il presidente. “È un atto di guerra preparato. Pianificato dall’esterno con una complicità interna che
verrà stabilità dall’inchiesta”, ha detto ancora Hollande.
Il messaggio dell’Isis
“Otto fratelli che indossavano cinture esplosive e avevano fucili d’assalto hanno preso come obiettivi luoghi scelti minuziosamente nella loro avanzata nel cuore della capitale francese”. È questo il messaggio diffuso dallo Stato Islamico in cui si rivendica l’attentato avvenuto il 13 novembre a Parigi, e che ha provocato oltre 120 morti e 200 feriti. “La Francia e chi la segue deve sapere che resta il principale bersaglio dello Stato Islamico”.
Oltre 120 morti
Il bilancio delle vittime è al momento di 129 morti, dopo che altre tre persone hanno perso la vita in ospedale a seguito delle gravi lesioni riportate. Fonti mediche hanno inoltre riferito la presenza di 352 feriti, 99 dei quali in condizioni di assoluta emergenza. Finora, sono 103 i cadaveri identificati. Il premier francese Manuel Valls ha detto che i francesi devono prepararsi a “vivere a lungo” con la minaccia terroristica e che c’è il rischio di nuovi attacchi nei prossimi giorni e nelle prossime settimana. Varie notizie di stampa hanno dato risalto a un’informativa dell’intelligence irachena che avvertiva del concreto rischio di un imminente attentato contro i Paesi che combattono l’Isis in Iraq e in Siria.
Cosa significa lo stato d’emergenza
Il presidente francese François Hollande ha detto ai capigruppo parlamentari che vuole fare in modo che lo stato d’emergenza, dichiarato dopo gli attentati di venerdì sera a Parigi, duri 3 mesi, hanno detto all’Afp varie fonti parlamentari. “Ci ha detto che vuole che lo stato d’emergenza duri tre mesi” al minimo, ha detto una fonte. La proroga dello stato d’emergenza oltre 12 giorni può essere autorizzata solo con una legge, approvata dal parlamento, che ne fissa la durata definitiva. Lo stato d’emergenza decretato in Francia dal presidente Hollande dopo la carneficina degli attacchi della notte di venerdì 13 a Parigi, è una procedura rarissima che fu instaurata per la prima volta nel 1955, all’epoca della guerra d’indipendenza dell’Algeria. Fu utilizzata in Francia una seconda volta nel 2005, all’epoca delle rivolte delle ‘banlieu’. Lo stato d’emergenza permette di interrompere la circolazione, di creare zone di protezione o di sicurezza dove il passaggio delle persone è limitato. Consente inoltre perquisizioni a domicilio di giorno e di notte, e anche misure per “assicurare il controllo della stampa” e dei media.
La Francia risponde con raid contro Isis
Dopo gli attentati di Parigi, l’aviazione francese ha sganciato 20 bombe su Raqqa, ‘capitale’ dello Stato Islamico in Siria. Lo ha annunciato il ministero della Difesa francese, precisando che sono stati distrutti un centro di comando e un campo di addestramento. All’operazione hanno partecipato 12 aerei, fra cui dieci caccia, partiti simultaneamente dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Giordania.
L’operazione segna l’inizio di una svolta nell’impegno francese contro lo Stato Islamico dopo gli attentati di Parigi. Il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian ha parlato con il collega americano Ashton Carter con l’obiettivo di rafforzare il coordinamento, che comprende in particolare un maggior scambio d’informazioni.
In settimana partirà dalla base navale di Tolosa l’ammiraglia della marina francese, la portaerei Charles de Gaulle, per una missione di quattro mesi. La nave, con a bordo 24 aerei, si dirigerà verso il Mediterraneo e poi il Golfo persico. La capacità aerea francese verrà così triplicata rispetto ai 12 aerei Rafale e Mirage che oggi stazionano in Giordania e negli Emirati.
Gli attacchi di Parigi “sono stati organizzati, pensati e pianificati in Siria” ha detto il primo ministro francese Manuel Valls, in un’intervista a Rtl nella quale ha promesso di “agire su tutti i fronti per distruggere” lo Stato Islamico. Ed è per questo che la Francia ha colpito questa notte obiettivi a Raqqa, in Siria, obiettivi “che sono stati distrutti”. “Replicheremo colpo su colpo – ha dichiarato Valls – Siamo in guerra. E dato che siamo in guerra, agiremo, colpiremo e vinceremo”.
Il primo ministro francese ha anche reso noto che i servizi francesi “hanno sventato cinque attentati a partire da questa estate”. “Altri attentati” si preparano contro la Francia e l’Europa, ha continuato Valls, invitando la gioventù colpita dagli attacchi “a rialzarsi e battersi”. “Dobbiamo – ha insistito – vivere pienamente, vivere, vivere, ma con questa minaccia. Il popolo francese deve più che mai mobilitarsi”.
Oriana Fallaci e quelle parole profetiche sull’Islam
Incredibilmente il nome di Oriana Fallaci è legato agli attacchi terroristici di Parigi. Molti, nelle ore seguenti quegli eventi, affollavano i social scrivendo “Oriana lo aveva detto!”. Sono tante le frasi che la scrittrice toscana aveva rivolto all’islam e a probabili attacchi al mondo occidentale. Nessuno si era preoccupato di quello che la Fallaci scriveva, anche se le sue parole erano allarmanti già allora e oggi appaiono assolutamente profetiche. “Parigi è persa: qui l’odio per gli infedeli, è sovrano e gli imam vogliono sovvertire le leggi laiche in favore della sharia” scrive l’autrice con precise citazioni geografiche. Ma non è l’unico scritto che fa rabbrividire, uno dei passi più citati della Fallaci che circola in rete in questi giorni recita:
“Intimiditi come siete dalla paura d’andar contro corrente cioè d’apparire razzisti (parola oltretutto impropria perché il discorso non è su una razza, è su una religione), non capite o non volete capire che qui è in atto una Crociata alla rovescia. Abituati come siete al doppio gioco, accecati come siete dalla miopia, non capite o non volete capire che qui è in atto una guerra di religione. Una guerra che essi chiamano Jihad. Guerra Santa. Una guerra che non mira alla conquista del nostro territorio, forse, ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime. Alla scomparsa della nostra libertà e della nostra civiltà. All’annientamento del nostro modo di vivere e di morire, del nostro modo di pregare o non pregare, del nostro modo di mangiare e bere e vestirci e divertirci e informarci. Non capite o non volete capire che se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a rendere un po’ più intelligente cioè meno bigotto o addirittura non bigotto. E con quello distruggerà la nostra cultura, la nostra arte, la nostra scienza, la nostra morale, i nostri valori, i nostri piaceri”.
Se si pensa che gli ultimi attacchi a Parigi hanno preso di mira uno stadio, una sala concerti, un ristorante e prima ancora, lo scorso 7 gennaio, era stata colpita la sede di Charlie Hebdo (settimanale di satira francese) forse la scrittrice non aveva così torto, perché gli obiettivi sono stati proprio la nostra cultura, l’arte, i piaceri….
Dall’11 settembre a Parigi, cronologia dei principali attentati
Gli attentati di venerdì scorso a Parigi sono l’ultima azione – in ordine di tempo – messa a segno da gruppi fondamentalisti islamici dalle stragi dell’11 settembre 2001 a New York.
Ecco una cronologia dei principali attentati:
11 settembre 2001: STATI UNITI – Quattro voli di linea sono dirottati dai terroristi e tre si schiantano volontariamente contro le Torri gemelle del World Trade Center a New York e il Pentagono a Washington DC. Il quarto aereo precipita in Pennsylvania. Si tratta degli attentati – rivendicati da al Qaida – più gravi della storia, che provocano circa 3mila morti.
12 ottobre 2002: INDONESIA – Attacchi contro un bar-ristorante e una discoteca dell’isola di Bali, rinomata località turistica, provocano 202 vittime, soprattutto turisti. L’azione terroristica è rivendicata da un commando della Jemaah Islamiyah (organizzazione considerata vicina ad al Qaida).
11 marzo 2004: SPAGNA – Una decina di bombe esplodono a Madrid e nella periferia della capitale a bordo di quattro treni, provocando 191 morti e circa 2mila dispersi. L’attacco è rivendicato da al Qaida.
7 luglio 2005: GRAN BRETAGNA – Quattro attacchi kamikaze coordinati durante l’ora di punta a bordo di tre treni della Tube, la celebre metropolitana di Londra, e un bus a due piani provocano 56 morti e 700 feriti nella capitale britannica. Gli attacchi sono rivendicati da un gruppo legato ad al Qaida.
11 luglio 2006: INDIA – 189 persone sono state uccise e oltre 800 ferite in attacchi contro treni e stazioni ferroviarie nella periferia di Mumbai.
26-29 novembre 2008, fondamentalisti islamici assaltano alberghi di lusso, la principale stazione ferroviaria, un centro ebraico e altri siti della metropoli indiana, agguati in cui perdono complessivamente la vita 166 persone.
21-24 settembre 2013: KENYA – Un commando armato assalta il centro commerciale Westgate a Nairobi, uno dei preferiti sia dai keniani sia dagli stranieri. L’attentato, rivendicato dagli estremisti al Shebab, provoca 67 vittime.
7-9 gennaio 2015: FRANCIA – Due uomini armati di kalashnikov fanno irruzione nella redazione parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo e uccidono dodici persone, tra le quali otto vignettisti. Una poliziotta è uccisa appena fuori Parigi il giorno successivo da un uomo armato, che poi prenderà alcuni ostaggi all’interno di un supermercato kosher, quattro dei quali moriranno prima del blitz delle forze di sicurezza.
2 aprile 2015: KENYA – Si protrae per un giorno l’assedio all’Università di Garissa, nell’Est: alla fine si contano 148 morti, quasi tutti (142) studenti. Rivendicato dagli estremisti islamici somali al Shebab, legati ad al Qaida, l’attacco è il più grave dai bombardamenti del 1998 contro le ambasciate americane.
18 marzo 2015: TUNISIA – Attentato contro il Museo del Bardo a Tunisi, costato la vita a 22 persone, quattro delle quali di nazionalità italiana. La stessa violenza usata il 26 giugno 2015 da uno studente armato di kalashnikov che apre il fuoco in un resort sulla spiaggia di Sousse e fredda 38 turisti, compresi 30 britannici. Entrambi gli attentati sono rivendicati dall’Isis.
10 ottobre 2015: TURCHIA – Attacco kamikaze di fronte alla stazione ferroviaria di Ankara, dove giovani attivisti si erano radunati per una marcia per la pace: 102 persone muoiono, oltre 500 restano ferite. La procura di Ankara afferma che gli attentati, i peggiori nella storia della Turchia, sono stati ordinati dall’Isis in Siria.
31 ottobre 2015: EGITTO – Un Airbus russo decollato da Sharm el-Sheikh si schianta nella penisola del Sinai, perdono la vita tutte le 224 persone a bordo. È il più grave disastro aereo nella storia della Russia. Lo rivendica un gruppo legato all’Isis. Washington e Londra si dicono convinte che lo schianto sia stato causato da una bomba a bordo.
12 novembre 2015: LIBANO – Un attacco rivendicato dall’Isis contro una roccaforte del movimento sciita libanese Hezbollah nella parte meridionale di Beirut provoca 44 morti. È il più imponente attentato in Libano mai rivendicato dall’Isis, uno dei peggiori a colpire il Paese dalla fine della guerra civile del 1975-1990.
13 novembre 2015: FRANCIA – Una serie senza precedenti di attentati provoca almeno 129 morti e altri 350 feriti. I terroristi colpiscono sei diverse zone venerdì sera, compreso lo Stade de France dove è in corso l’amichevole di calcio Francia-Germania e ristoranti e bar nel decimo e nell’undicesimo arrondissement di Parigi. La sala concerti Bataclan, ‘soldout’ per il concerto di un gruppo rock americano, è il bersaglio più colpito, con 89 morti. Il 14 novembre, l’Isis rivendica l’attentato.
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