
Quello a cui abbiamo assistito venerdì scorso, durante l‘incontro programmato tra il presidente USA Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per quanto surreale, rimarrà nella storia, insieme a tutto il periodo sconvolgente che sta fortemente scuotendo il mondo. Ormai sono giorni che se ne parla, la scena, minuziosamente costruita, era quella del Presidente ucraino alla corte di Trump, che veniva mortificato, attaccato, offeso, minacciato, denigrato e perfino bullizzato da due prepotenti gradassi, in forza della loro posizione. Da una parte il Presidente Zelensky che arriva allo Studio Ovale di Washington già carico delle offese ricevute a distanza da Trump e dal suo braccio destro Musk – anche se poi il Tycoon ha smentito di averlo definito “dittatore“ -, dall‘altra il Presidente americano spalleggiato da un vicepresidente JD Vance carichissimo. Non si capisce bene cosa possa ricavare da questo incontro Zelensky, l‘aria che tira da poco più di 40 giorni, ovvero dall‘arrivo di Trump, è tutto fuorché a favore di Kiev. Ma il Presidente ucraino decide comunque di salire sul ring dello studio Ovale, dove ad attenderlo ci saranno tiri bassi, offese, calunnie, minacce in perfetto stile Tycoon, dei due padroni di casa. Lo squallido incontro-scontro impari finisce con la cacciata di Zelensky, la sua delegittimazione è completa.
Il clamore dell‘incontro – preparato con grande attenzione – non è dato tanto da quello che è accaduto, perché gli esperti confermano che, a porte chiuse, non sono insoliti gli scontri di una tale portata, e vengono riferiti come “scambi intensi di opinioni“ o altri simili giri di parole, ma giunge dal modo con cui Trump ha voluto mostrarlo crudelmente e senza filtri, né comunicati diplomatici finali. È un po‘ quello che ha fatto Elon Musk con la piattaforma social X – ex Twitter – dopo la sua acquisizione privandolo di ogni tipo di censura e risaltando i contenuti più violenti e molesti che circolano in rete, che sono così messi a disposizione di tutti. Un vero e proprio addestramento mentale che riesce ad abituare l‘osservatore a ciò che che vede, a concepire come “normalità“, quello che una volta non lo era. Pensiamo ai femminicidi, una volta l‘uccisione di una donna faceva scalpore, in modo particolare se avveniva in ambito familiare. Oggi riceviamo giornalmente notizie di un femminicidio dopo l‘altro e, se pur ci rammarica, non ce ne stupiamo più. Il fatto che si sia consumato in ambito familiare poi, non è più recepito come aggravante dall‘opinione pubblica.
La mossa di Trump è quella di mostrare tutto quello che lui può fare, esibire senza filtri la sua arroganza, minacciare senza remore il Presidente di una nazione suo ospite. Trump mostra a tutti la capacità di delegittimare il potere di questo uomo così che tutti possano credere plausibile un tale atteggiamento. E facendolo in maniera così esposta e frequente, probabilmente la massa sarà più portata a credere che sia giusto così.
Ma Zelensky è davvero così sprovveduto da andarsi ad immolare spontaneamente allo Studio Ovale? Viene facile sospettare che la disperazione possa portare a mosse sbagliate, invece il Presidente Ucraino, probabilmente, ha voluto lo scontro perché, conscio del fatto che ormai l‘aiuto degli USA è perso, così facendo si rivolge direttamente ad una platea internazionale che, come è avvenuto, ha immediatamente espresso un grande sentimento di solidarietà. Non a caso, dopo il clamoroso incontro di venerdì, il sentiment verso Donald Trump e gli Usa risulta oltremodo negativo arrivando a toccare l’88% di commenti e post analizzati da Vis Factor (società leader a livello nazionale nella consulenza strategica politica e istituzionale), mentre Zelensky è stato ricevuto da Re Carlo III, nella residenza di Sandringham nell’est dell’Inghilterra, come segno di grande solidarietà e vicinanza, dopo l‘umiliazione ufficiale ricevuta da Donald Trump.
Proprio la Gran Bretagna sta mostrando un grande impegno per lavorare ad una pace giusta, nella giornata di ieri si è svolto il vertice di Londra, voluto dal premier britannico Starmer, con i capi di Stato europei che hanno stilato un piano di pace, un accordo che prevede la continuazione degli aiuti militari a Kiev, l’aumento della capacità di difesa, un mese di tregua dalla guerra, l’invio dei “volenterosi“, ovvero di militari per garantire la pace e soprattutto la presenza dell’Ucraina al tavolo delle trattative.
Le notizie, le smentite e le novità sono continue, si accavallano, il momento è concitato e anche questa settimana comincia come era finita quella scorsa, ovvero con grandi eventi storici.
Quello che rimane impresso, intanto, è il clamoroso incontro di venerdì scorso che segna una delle pagine più buie della storia americana, la cui ombra oscura, purtroppo, si ripercuoterà nel mondo intero.
Redazione La Pagina