Si è tenuto nella Zwinglihaus di Zurigo dall’1 al 3 luglio l’evento dedicato alla figura di Ignazio Silone dal titolo «Un cuore incorrotto, Silone l’uomo», promosso dalla Federazione Emigrati Abruzzesi in Svizzera (FEAS), dalla Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera (FCLIS), dalla Chiesa evangelica di lingua italiana di Zurigo (Chiesa valdese) e dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) ed organizzato da Anna-Maria Cimini e Alessandro Corradi.
La tre giorni è iniziata giovedì sera 30 giugno con l’arrivo di una consistente delegazione proveniente da Pescina, città in cui Silone nacque e trascorse la sua adolescenza, la terra dei ricordi e dei valori ai quali attingerà per tutta la vita. Il gruppo pescinese era guidato dal sindaco Mirko Zauri, dalla presidente del Centro Studi «Ignazio Silone», Tiziana Cucolo, dal soprano Bianca D’Amore dell’Associazione «La Scala di Seta» e ideatrice del programma, nonché da Sandro Baliva, titolare della locanda «Madonna delle Vigne» di Celano.
Il programma si è articolato in più parti e ha avuto inizio venerdì 1° luglio con la proiezione del film «Fontamara» di Carlo Lizzani e tratto dall’omonimo romanzo di Ignazio Silone, al quale è seguito il vernissage della mostra biografica sullo scrittore abruzzese curata dagli archivisti Martorano Di Cesare e Sebastiana Ferrari, entrambi presenti a Zurigo. La splendida mostra è composta di 64 pannelli ed è intitolata «Ignazio Silone – L’arte è un fiore selvaggio, ama la libertà – L’uomo, lo scrittore, l’intellettuale». Al vernissage è intervenuto anche il Console Generale d’Italia, Min. Altana.
Un’altra mostra interessante è stata quella fotografica sulle associazioni abruzzesi in Svizzera a cura di Morena La Barba dell’Università di Ginevra, che ha messo a fuoco le attività svolte da queste ultime nel solo 1999 e il cui momento alto ha visto la partecipazione di una nutrita delegazione alla Conferenza degli Abruzzesi nel mondo tenutasi a L’Aquila e a Pescina.
La vita e la carriera letteraria di Ignazio Silone (1900 – 1978) sono legate indissolubilmente alla Svizzera e, in particolare, alla città di Zurigo e ai suoi dintorni. Com’è noto, a causa della sua militanza comunista, Silone è costretto a rifugiarsi in Svizzera a partire dalla fine degli anni Venti. Dopo brevi soggiorni in Ticino e, per ragioni di salute, nei Grigioni, si stabilisce definitivamente a Zurigo, dove, com’ebbe a dichiarare lui stesso, è nato come scrittore e rinato come uomo.
È a Zurigo, infatti, che inizia la sua carriera letteraria. Quasi come risposta al suo sentirsi esule, è lì che scrive Fontamara, forse il suo romanzo più famoso, che nasce soprattutto come «un luogo dove abitare», nel quale lo scrittore, costretto suo malgrado all’estero, intendeva rifugiarsi per sentirsi a casa. Ed è a Zurigo, città che negli anni Trenta e Quaranta era una sorta di crocevia della grande cultura europea, che Silone ebbe modo di apprezzare e conoscere altri autori e pensatori europei, per lo più esuli antifascisti come lui, entrando poi in contatto anche con correnti ed esponenti della rinascita religiosa in Europa. Un’esperienza che ha senza dubbio segnato il percorso esistenziale e intellettuale dello scrittore abruzzese.
È su questi temi che, moderato dal giornalista Giangi Cretti, focalizzando, di volta in volta, l’esule, il pensatore, lo scrittore, l’intellettuale e l’uomo, si è svolto un convegno che ha visto susseguirsi gli interventi di Sebastiana Ferrari, già direttore dell’Archivio di Stato dell’Aquila, di Emidio Campi, professore emerito già direttore dell’Istituto di storia della Riforma dell’Università di Zurigo, di Tatiana Crivelli, professoressa ordinaria di Letteratura italiana, già Direttrice del Dipartimento di Lingue e Letterature Romanze dell’Università di Zurigo, e di Andrea Ermano, attuale direttore de l’Avvenire dei lavoratori, diretto dallo stesso Silone nel 1944.
Un appassionante spettacolo teatrale-musicale ideato e realizzato dal soprano Bianca D’Amore, dalla pianista Sabrina Cardone e dall’attore e drammaturgo Donato Angelosante. Un viaggio tra i testi dello scrittore teso a svelare l’uomo Silone. Una narrazione in musica e in prosa dei momenti, delle figure e dei luoghi rilevanti del suo percorso di vita.
Contorno gustoso, al ricco programma culturale, la parte gastronomica. Il pluripremiato chef Sandro Baliva, titolare della Locanda Madonna delle Vigne a Celano, coadiuvato dal suo staff, ha deliziato i palati con i suoi piatti tipici della cucina abruzzese e marsicana. Una cucina che trae ispirazione dalle ricette della mamma novantenne Luisa che ancora circola nei locali della sua locanda. Un viaggio del gusto fra i sapori e gli aromi di una cucina povera ma autenticamente legata alla storia, alla cultura e alle tradizioni del Fucino.
La tre giorni siloniana è stata resa possibile grazie all’impegno, alla volontà e al contributo
- di numerosi volontarie e volontari appartenenti alle organizzazioni promotrici, ai quali va il più sentito ringraziamento;
- del CRAM (Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo della Regione Abruzzo), presente con la Consigliera Sabrina Bocchino, l’ex presidente e attuale consigliere Tonino Innaurato e l’ex segretario dell’Ufficio Emigrazione Franco Di Martino;
- della Città di Zurigo, dipartimento della Cultura.
L’evento ha ottenuto l’alto patrocinio della sindaca della Città di Zurigo, Corine Mauch, e dell’Istituto italiano di cultura di Zurigo
Vi hanno collaborato
- il Seminario di lingue e letterature romanze dell’Università di Zurigo
- L’Avvenire dei lavoratori
- la Chiesa evangelica valdese di Sciaffusa
- la Società Dante Alighieri, Comitato di Zurigo
- le Associazioni cristiane lavoratori italiani – ACLI
- il GIR – Giovani in rete
Infine, si ringrazia la Chiesa valdese di Zurigo per aver permesso di svolgere l’evento nei locali frequentati già da Ignazio Silone durante il suo soggiorno nella città elvetica.
Comunicato stampa FCLIS