La ‘fotografia’ scattata dal dossier, che prende in considerazione 172 Paesi al mondo, è impietosa: 263 milioni di minori nel mondo, 1 su 6, non vanno a scuola, mentre 168 milioni, più di tutti i bambini che vivono in Europa, sono coinvolti in varie forme di lavoro minorile, tra cui lavori pericolosi o pesanti che mettono gravemente a rischio la loro incolumità fisica e psicologica. Sei milioni di bambini muoiono ogni anno per cause facilmente prevenibili, come polmonite, diarrea e malaria, prima di aver compiuto i 5 anni, mentre sono 156 milioni i bambini con meno di 5 anni colpiti da forme di malnutrizione acuta che ne compromettono seriamente la crescita.
Circa 28 milioni di bambini, 1 su 80, sottolinea ancora il rapporto, sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni per fuggire da guerre e persecuzioni. Nel solo 2015 sono stati assassinati nel mondo più di 75.000 bambini e ragazzi di meno di 20 anni di età, più di 200 al giorno. Sono 15 milioni, inoltre, le ragazze che ogni anno si sposano prima dei 18 anni, spesso con uomini molto più grandi di loro. Quattro milioni di loro si sposano prima di aver compiuto 15 anni, una ogni 7 secondi, con impatti devastanti sulla loro salute e sulle loro opportunità future. Ogni 2 secondi una ragazza con meno di 19 anni partorisce nel mondo, per un totale annuo di 17 milioni.
Nella ‘lista nera’ dei Paesi dove i bambini sono maggiormente minacciati ed esposti a rischi per la loro vita e il loro sviluppo al primo posto c’è il Niger, seguito da Angola, Mali, Repubblica Centrafricana e Somalia. Norvegia, Slovenia e Finlandia si rivelano invece i Paesi dove l’infanzia incontra le condizioni più favorevoli, con l’Italia al nono posto in classifica, meglio di Germania e Belgio (al decimo posto a pari merito con Cipro e Corea del Sud), ma dietro anche a Olanda, Svezia, Portogallo, Irlanda e Islanda.
“È inaccettabile che nel 2017 milioni di bambini in tutto il mondo continuino ad essere privati della propria infanzia e del loro diritto di essere al sicuro, di crescere, imparare e giocare. Dobbiamo e possiamo fare di più per garantire un futuro migliore, fino all’ultimo bambino”, afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.
Adnkronos