Il progetto di rinnovamento e ampliamento del Museo d’arte e storia della Città di Ginevra (MAH), per la sua importanza, la sua complessità, le sue ambizioni, giustifica certamente un dibattito pubblico animato. Istituzione culturale di riferimento, per il suo patrimonio, la sua storia e la sua influenza, il MAH deve occupare un posto centrale nel paesaggio museale, nel cuore della Città, nel cuore degli abitanti, ma anche per i nostri visitatori.
Molteplici punti essenziali sono oggetto di consenso. Il Museo d’arte e storia contiene collezioni apprezzabili, ben radicate nel patrimonio ginevrino e che riflettono la diversità del mondo. In quanto museo che copre un ampio registro culturale, storico e patrimoniale, ma di dimensioni che restano a misura umana poiché si può immaginare di visitarlo integralmente in un giorno, s’identifica profondamente con Ginevra: città di ridotte dimensioni ma ricca di storia, diversificata, multiculturale, aperta sul mondo e situata al cuore del nostro agglomerato.
Un edificio da rinnovare, un museo da sviluppare
L’edificio è in uno stato preoccupante, come è stato detto e ripetuto e mai contestato. Inoltre, delle parti importanti delle collezioni non sono valorizzate sufficientemente, o non valorizzate del tutto. Abbiamo bisogno di maggiori spazi per le belle arti, da Witz a Picasso, per l’archeologia, per la collezione di strumenti musicali antichi. E l’orologeria ha anch’essa bisogno di uno scrigno degno di Ginevra, città del tempo!
Il dibattito su un progetto di rinnovamento-ampliamento del MAH deve tener conto dei parametri ineluttabili nell’ambito delle sue missioni fondamentali:
– L’urgenza di un restauro accurato dell’edificio e un rinnovamento totale delle sue istallazioni, in particolare per garantire un’accoglienza del pubblico adeguata;
– La necessità di prevedere degli spazi supplementari, principalmente per le collezioni di proprietà del MAH e, in subordine, dei partners privati;
– L’opportunità offerta dal partenariato con i privati.
Più che un buon compromesso, una sintesi esemplare e ambiziosa
Oggi disponiamo di un buon progetto di restauro e ampliamento, che soddisfa, in maniera esemplare, questi parametri. Gli architetti dello studio Jean Nouvel sono riusciti a integrare la maggior parte dei suggerimenti ricevuti, aumentando i nuovi spazi disponibili e migliorando la circolazione dei visitatori. Se si confrontano le due versioni:
– La principale rinuncia è quella della “lastra di vetro” che sormontava l’edificio. A titolo personale la trovavo affascinante, soprattutto con il ristorante panoramico sottostante, ma bisogna fare delle scelte e la priorità in questo programma è innanzitutto di realizzare un buon progetto museale. Tuttavia, il progetto modificato ha mantenuto un ristorante con, tra l’altro, una bella veduta sulla Città vecchia e sul Salève.
– Il cortile è stato in gran parte mantenuto, con un solo nuovo piano al livello dell’entrata, dal quale si potrà vedere sino alla copertura in vetro che coprirà il cortile e, pertanto, beneficiare della luce naturale. Le superfici supplementari saranno comunque maggiori che non nel progetto iniziale grazie a guadagno sotto il cortile delle Casematte.
– Un mezzanino (pianerottolo parziale) è previsto al piano delle Belle arti, elemento indispensabile poiché abbiamo bisogno di superfici nuove per le Belle arti e solo questo piano può accogliere le grandi tele, per come è concepito l’edificio storico.
– Infine, sono stati definiti i problemi concernenti il restauro dell’edificio esistente in modo di proporre una soluzione pienamente rispettosa della sua concezione e della sua evoluzione.
Così, le associazioni per la difesa del patrimonio si trovano oggi in una posizione molto interessante: esse possono, in tutta obiettività, affermare che, grazie ai loro interventi, sono riuscite a ottenere dei veri miglioramenti del progetto attraverso delle modifiche che hanno imposto. La Commissione dei monumenti, della natura e dei siti (CMNS) non si è sbagliata poiché dopo aver anticipato il parere negativo al primo progetto ha emesso un preavviso positivo sulla versione modificata, accompagnando il preavviso con richieste di miglioramenti tecnici di cui sarà tenuto conto. La CMNS resta peraltro associata per tutta la durata del progetto e della sua finalizzazione.
Palazzo e piramide del Louvre
Volere santificare il cortile ad ogni costo rinunciando a qualunque intervento è aberrante, considerando la scarsa valorizzazione di cui gode oggi.
Questa resistenza ricorda per molti versi lo “scandalo” della piramide dell’architetto Ieoh Ming Pei, del progetto del Gran Louvre, che, all’atto della sua presentazione nel 1984, aveva sollevato un numero impressionante di oppositori che lamentavano allora la “deturpazione del Louvre”.
Ma quattro anni più tardi, la piramide fu inaugurata, e oggi le si riconosce un forte valore simbolico e di promozione, ma anche un ruolo chiave nell’unificazione del percorso tra i differenti settori del museo così come una funzione pratica innegabile nel flusso del pubblico.
Un progetto idoneo per Ginevra
Volere insistentemente un altro progetto consiste nel seguire delle chimere e soprattutto correre il rischio di non avere nulla, con in bilancio un semplice restauro totalmente a carico del contribuente: costi maggiori per minori superfici.
Un cattivo affare, indegno nello stesso tempo delle missioni di questo museo, delle nostre responsabilità verso le generazioni che l’hanno costituito e di quelle che hanno apprezzato le sue collezioni. In questa fase di grandi cambiamenti a Ginevra, abbiamo voglia e necessità di disporre di un museo di cui possiamo essere fieri, in grado di adempiere pienamente i suoi compiti al servizio del patrimonio e della collettività.
Un Museo che partecipa sia alla proiezione internazionale della nostra Città, che alla costruzione della cultura e del sapere dei nostri figli. Il progetto attuale è idoneo poiché permette di conseguire questi obiettivi.