Si può essere d’accordo o meno col gesto di Laura Boldrini, ma sicuramente ha dato un senso nuovo alla giornata contro la violenza sulle donne ed ha aperto nuovi spunti di riflessione su un argomento delicato. La presidente della Camera Laura Boldrini, infatti, stanca delle continue offese ricevute sui social e rivolte alla sua persona, decide di pubblicare lo screenshot degli insulti rendendo noti i nomi e le identità degli autori e accompagnando l’immagine con l’hashtag “No alla violenza sulle donne” e commentando: “vi sembra libertà d’espressione questa?”.
Lo scorso 25 novembre si è celebrata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e in tantissimi, per fortuna sia uomini che donne, si sono mobilitati con manifestazioni ed iniziative per gridare No al dramma della violenza femminile. Ma la violenza, come sappiamo bene, non è solo quella fisica, può essere verbale, psicologica ed ora anche virtuale. Lo ha mostrato bene la Boldrini con la pubblicazione dei feroci messaggi di insulti a lei diretti e spiegando che “non dobbiamo essere noi donne a vergognarci perché subiamo quotidianamente violenze e insulti, ma gli individui squallidi che li scrivono”.
Azzeccata la parola “individui” perché i messaggi a lei rivolti non arrivano solo dal genere maschile, ma anche da quello femminile che, alla pari degli uomini, utilizza termini sessisti contro un’altra donna. Non è detto che la sensibilità al problema del maltrattamento delle donne sia per forza di prerogativa del genere femminile, non a caso tanti eventi di bullismo o di cyberbullismo su donne, per rimanere in tema, viene attuato da altre donne. Il linguaggio, verbale o scritto, virtuale o no, colpisce e ferisce, proprio come un’aggressione fisica, solo che la sofferenza interiore non lascia lividi evidenti. Il linguaggio volgare, le offese, gli insulti sessisti non devono essere accettati o sottovalutati, devono essere denunciati e puniti.
Ci vorrebbe una rieducazione della nostra società che è abituata troppo spesso al turpiloquio e alle offese sessiste che passano quasi inosservate e i nostri esponenti politici non danno di certo il buon esempio. Toni inaccettabili, per esempio, furono quelli usati dal leader della Lega Matteo Salvini che ha definito Laura Boldrini una bambola gonfiabile, mentre Beppe Grillo sul suo blog ha chiesto ai lettori cosa avrebbero fatto in auto con la presidente della Camera. Questi casi avrebbero dovuto scandalizzare l’opinione pubblica e invece, nulla, silenzio. Il silenzio però magicamente si rompe per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne quando tutti, Salvini in prima linea, sono pronti a dichiararsi favore di una “azione concreta per ridurre il rischio” di violenza sulle donne… allora cosa si fa, caro Matteo Salvini, “ruspa”?
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