Dal 2006 oltre 40.000 richiedenti l’asilo sono stati espulsi verso il Paese d’origine o verso Stati terzi
Ogni anno in tutta la Svizzera vengono inoltrate fino a 2.400 nuove domande d’asilo da richiedenti già colpiti da un decreto di espulsione. Se si paragonano le partenze controllate con i rientri dal 2006 al 2011, ciò significa che un quarto dei richiedenti espulsi ritenta di ottenere un permesso. La trasmissione “10vor10” della televisione svizzero tedesca SF ha reso note le cifre dell’Ufficio federale della migrazione (UFM), che non le aveva rilevate ufficialmente. Fino alla fine di ottobre 2011 hanno lasciato la Svizzera 7.813 richiedenti. Nello stesso periodo 2.417 persone respinte hanno inoltrato una nuova domanda d’asilo. La proporzione uscite-rientri è del 30,9 per cento, più alta del 2010 (24,4 per cento) e del 2009 (20,2 per cento). Nella statistica non sono incluse le migliaia di richiedenti l’asilo che annualmente si danno alla clandestinità e non è chiaro se abbiano lasciato il Paese. I maggiori rientri si registrano dai così detti Stati Dublino, che applicano regole unitarie per determinare lo Stato competente per l’esecuzione della procedura d’asilo. Le persone non vengono rimpatriate nei loro Paesi d’origine, bensì nei Paesi in cui hanno fatto la prima domanda d’asilo. Secondo l’UFM nella maggior parte dei casi si tratta dell’Italia, dove sono stati espulsi 1.901 richiedenti sui 2.718 casi Dublino di quest’anno. Le persone che rientrano dall’Italia provengono dall’Eritrea, dall’Etiopia e dal Nord Africa. Per Heiner Busch, Segretario generale di “Solidarité sans frontières” questo si avvera perché “l’Italia ha un sistema d’asilo che non funziona e le persone vivono in uno stato di assoluta miseria”. Questi rientri dall’Italia rendono acuta la situazione, per questo la Federazione deve collaborare con l’Italia finché vengano evitati i molteplici rientri. Il ministro di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga ha dichiarato che si tratta in parte di “richieste dovute al fatto che dopo alcuni anni la situazione degli interessati è mutata e la nuova domanda è dunque giustificata”. Mentre il resto è un chiaro abuso dell’asilo che va condannato, ma che rispecchia solo il 10-20 per cento dei casi. Comunque Sommaruga si è detta irritata dal fatto che questi abusi siano possibili e annuncia misure per contrastarli. La Federazione può agire in proprio e rimandare rapidamente indietro le persone che hanno già fatto domanda in uno Stato terzo. In questo caso la Federazione ha reagito, riducendo la durata della procedura da 120 a 80 giorni. Inoltre il ministro dichiara di volere migliorare la collaborazione con gli altri Stati Dublino e s’impegna a incontrare i ministri di giustizia di Germania, Italia e Olanda al fine di stipulare contratti che riducano le scadenze dei termini per lo scambio d’informazioni.
Gaetano Scopelliti