Il cielo d’estate non porta nubi. Ma pensieri che la vita di tutti i giorni non hai tempo di fare. Ricordi compresi. Come oggi: una estate, tanti anni fa. La nonna era mancata. Nessuno era mai potuto entrare nella sua camera. Ma in famiglia lo sapevano tutti: sotto il letto custodiva una grossa scatola di metallo. Le tre nuore ne parlavano in continuazione. Fra loro e con i rispettivi mariti. Tre famiglie che vivevano tutte nella stessa casa. Facile incontrarsi in attesa dell’ascensore. Che al momento giusto non arriva mai. O arriva troppo in fretta. Le fantasie si sprecavano. È chiaro che quella cassetta contiene un “tesoro”.
Come nei proverbi: i valori si tengono sotto il materasso. E ci si dorme sopra, felici e beati. Ma intanto le voci girano. Creano i bisogni. Anzi: li stuzzicano prima del tempo. Mi raccomando, vai a salutare la nonna. La maestra ti ha insegnato una bella poesia? Vai a recitarla dalla nonna. Dopo, mi raccomando: torna e dimmi tutto. E così trascorse la sua infanzia. A recitare poesie, portare pagelle con i buoni voti, a regalare inutili lavoretti infantili, ad annunciare promozioni a scuola. E poi riferire alla mamma che la nonna non le aveva detto un bel niente. Aveva ringraziato: tanti saluti in famiglia per il bel pensiero; al papà e soprattutto alla mamma. E ogni volta la mamma, per nascondere la delusione, si fermava in cucina più del dovuto a lavare i piatti. Senza dire una parola. Con una idea fissa: ci avrebbe pensato lei.
Avrebbe visitato la suocera. Con una scusa qualsiasi. Al mercato avrebbe comprato un po’ più di verdura. Oggi è così bella e veniva a buon prezzo. Ne ho preso anche per te. Io sì che so portare avanti una famiglia. No, per carità, non ci manca niente. Ma sai, bisogna sempre tenersi pronti a come cambiano le cose. E lei, la nonna: zitta. Ringraziava per la cortesia. Rispondeva che era stanca. Che stasera sarebbe andata a letto presto. E la mamma tornava a casa con un bel niente.
Quando la nonna venne a mancare le tre nuore si precipitarono in casa della defunta. Senza i mariti. Mica siamo qui per litigare, no? Dopo pochi minuti erano in camera da letto a prendere la cassetta di ferro. Finalmente. Sia ben chiaro: dividiamo in parti uguali, da buone amiche. Così stasera ciascuna torna a casa con la sua parte di tesoro. Il coperchio si aprì con un po’ di sforzo. La scatola conteneva tanti pacchetti, uguali e ben incartati. Le divisioni furono fatte presto. Anzi: subito. Ciascuna delle tre nuore apri’ quanto ormai era suo. Il contenuto era identico per tutte. Sapone: vero sapone di marsiglia. Sul fondo della cassetta di ferro in una busta ingiallita trovarono un articolo di giornale. 1945: annunciava la fine della seconda guerra mondiale. Allora compresero. Le privazioni di quel periodo avevano fatto capire alla gente cio’ che nella vita è veramente importante. Nel caso fossero tornati i tempi difficili, la povera vecchia non aveva tenuto da parte denari o gioielli. Ma quanto necessario per provvedere in modo dignitoso alla necessità della famiglia e sbrigare le faccende di casa. Questo era stato il suo tesoro. Le tre nuore lasciarono sul tavolo l’inutile mucchio di sapone. Quella sera, tornate a casa, terminarono la giornata senza parlare. I mariti non fecero domande.
NL TOMEI
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