Sono previste intemperie e tempeste, gli esperti avvertono, attenzione al passaggio incontrollabile del tornado Trump che sta generando tensioni diffuse in gran parte dei territori coinvolti. Che le sue azioni siano rapide, come ha intimato durante il suo intervento a Davos, Trump lo ha ben dimostrato con le deportazioni di massa per i migranti irregolari, con tanto di show mediatico e la diffusione delle foto dei migranti incatenati che si dirigono verso l’aereo che li porterà altrove.
Molti storcono il naso sulla veridicità della foto postata su X dalla Casa Bianca, per alcuni fa parte della retorica funzionale di Trump per comunicare al mondo la sua potenza, la sua rapidità d’azione, e che le sue intenzioni trovano conferma nei suoi ordini. Che però le deportazioni siano iniziate non è una narrazione, ma un fatto.
Adesso tocca ai “dazi” altra arma intimidatoria che Trump ha spesso annunciato in campagna elettorale, anzi sono tra i principali strumenti su cui il Presidente statunitense punta per portare avanti la propria politica economica. Così da sabato il mondo sta cambiando e la politica economica mondiale si trova ad affrontare un momento di grande instabilità.
Fino a non poco tempo fa la politica dell’imposizione dei dazi era considerata superata se non addirittura controproducente per chi la impone, oltre che un gran freno per la globalizzazione e il libero scambio. Chi potrebbe mai immaginare di riproporre uno strumento che, alla luce dei progressi di questi anni, farebbe tornare il mondo intero indietro?
E invece Trump non bada a tali “dettagli”, puntata la direzione prescelta va avanti come un pericoloso tornado che travolge tutto ciò che si trova al passaggio e i dazi non ne sono risparmiati.
Così il Presidente degli Stati Uniti ha imposto i dazi, ovvero delle tariffe sulla merce straniera importata in USA, nei confronti di Canada, Messico e Cina, che saranno attive da domani, martedì, con tariffe dal 10% al 25%.
Oltre allo sconcerto generale, alle Borse che oggi sembrano impazzite, col dollaro in su mentre le altre valute stanno subendo un duro colpo – perfino il franco svizzero ha subito un calo – vi è un fondato e diffuso timore di una possibile guerra commerciale globale potenzialmente molto distruttiva, come commenta Capital Economics. E quel che è peggio è che le introduzione dei dazi non si fermano, ma proseguono puntando l’Ue. Lo stesso stesso Presidente lo ha annunciato mentre attacca Wall Street Journal e gli hedge fund che sono contrari alla politica economica dei dazi. “Queste persone o entità sono controllate dalla Cina o da altre compagnie straniere e locali – ha scritto Trump in un post – Chiunque ami e abbia fiducia negli Stati Uniti è a favore delle tariffe”.
Le risposte dei Paesi sottoposti a dazi o minacce di dazi futuri non si fanno attendere e molti hanno annunciato dazi di risposta contro USA, oltre Canada e Messico che sono tra le prime ad essere colpite da questo tornado economico, anche l’Ue ha specificato che “in quanto area economica forte, possiamo gestire autonomamente i nostri affari e rispondere ai dazi con dazi”. È il cancelliere tedesco Scholz che afferma di essere pronti a rispondere con altrettanti la stessa arma: “Questo è ciò che dobbiamo fare e faremo. Ma la prospettiva e l’obiettivo dovrebbero essere che si proceda in modo tale che sia basato sulla cooperazione”. Perché l’Europa e gli USA traggono vantaggio dallo scambio reciproco di beni e servizi – ha continuato il cancelliere tedesco – “Se i dazi rendessero tutto questo difficile, ne risentirebbero negativamente sia gli Stati Uniti che l’Europa”.
Ma chi ne risentirà davvero?
Di fronte a questa guerra dei dazi, ad annunci, botte e risposte, già iniziata chi ne pagherà le conseguenze saranno proprio i consumatori, non solo dei Paesi che subiscono i dazi americani, ma anche i consumatori americani stessi, gli elettori di Trump. Le aziende pagheranno di più le materie prime e i prezzi per i consumatori, in particolare per i prodotti di uso quotidiano come cibo, abbigliamento ed elettronica, aumenteranno considerevolmente, insieme alla povertà. E non che non fossero stati avvertiti perché quando Donald Trump parlava ai suoi elettori di “nuova età dell’oro”, ha affermato anche sarà una mossa dolorosa “ma renderemo l’America di nuovo grande e questo varrà il prezzo” che ovviamente non pagherà lui.
Redazione La Pagina