Impossibile parlare del Festival di San Remo e dimenticare la vicenda di Luigi Tenco. Quella del cantante suicidatosi appena ventottenne il 27 gennaio 1967, mentre la manifestazione canora era ancora in corso, è una delle tappe che per il mondo artistico italiano segnano l’inizio della fine del boom economico e l’arrivo delle tumultuose contestazioni che inizieranno solo pochi mesi dopo, nel maggio 1968, a Parigi, per estendersi all’intero pianeta a cambiare il corso della società nei decenni a seguire.
È quanto riassume il libro “Un uomo solo”, pubblicato da Mondadori per la collana Strade Blu – Narrativa italiana, scritto da Antonio Iovane, giornalista della migliore scuola dei cronisti investigativi, ed oggi attivo per i contenuti multimediali di testate come La Stampa e La Repubblica, della galassia multimediale di GEDI-Gruppo editoriale italiano.
I fatti sono noti a più di una generazione di spettatori dell’evento canoro. Ricordiamoli brevemente, insieme. Sanremo, 26 gennaio 1967. La Riviera è pronta a ospitare il Festival della Canzone Italiana: i giornalisti già parlano di un’edizione rivoluzionaria. Con la conduzione del presentatore Mike Buongiorno, sul palco del Teatro Ariston sono pronti a confrontarsi passato e presente della canzone italiana. La vecchia guardia è guidata da Claudio Villa e Domenico Modugno. Nel gruppo delle giovani promesse invece troviamo Little Tony, Lucio Dalla e Luigi Tenco, che si presenta in coppia con un’altra stella nascente della canzone: Iolanda Cristina Gigliotti, nata in Egitto da genitori calabresi emigrati da Serrastretta, in provincia di Catanzaro, e conosciuta in particolare al pubblico francese per il suo nome d’arte: Dalida.
Ma torniamo a Luigi Tenco. È più conosciuto come autore che come interprete. E’ a San Remo perché vuole che il grande pubblico impari ad apprezzarlo. Ha deciso che d’ora in poi nelle sue canzoni parlerà di problemi sociali, di disoccupazione, di legge sul divorzio, di temi scomodi, di una generazione che malgrado il benessere imparava a convivere con gli sconfitti che vivevano ai margini della società e proprio allora cercavano una voce che esprimesse la loro disperazione. Tenco vuole che tutti lo ascoltino, anche il pubblico delle canzonette, perché “le idee non valgono da sole, valgono solo se qualcuno le recepisce”. Insieme a Dalida, con cui ha avuto un’intensa ma breve relazione, canterà Ciao amore, ciao che racconta la grande emigrazione dalla campagna verso la città. E’ una canzone orecchiabile ma impegnata. Mentre si avvicina il momento dell’esibizione, però, Tenco capisce che sta tradendo sé stesso: lui non ha nulla a che fare con il mondo dorato ma superficiale della canzone italiana Anni Sessanta. Quando sale sul palco appare già rassegnato; l’esibizione è pessima. Le giurie bocciano la sua canzone, e quindi anche la esibizione di Dalida che la aveva provata per tutto il pomeriggio. Tenco è furioso. In albergo si chiude nella sua stanza. Alle 2,10 viene ritrovato morto, disteso sul pavimento. Attraverso testimonianze e una meticolosa ricerca d’archivio, Antonio Iovane ricostruisce non solo l’ultimo giorno di vita di Luigi Tenco ma anche le ore successive, quelle in cui si accavallano dichiarazioni terribili da parte di colleghi cantautori e giornalisti, quelle del conformismo più tragico ed indegno che l’Italia abbia mai conosciuto. Tutto fa spettacolo, perché lo spettacolo prosegua: the show must go on. Il Festival di San Remo, trasmesso in mondovisione, non può fermarsi; e non si fermerà. Antonio Iovane piu’ che di far luce sulla scomparsa di Luigi Tenco, racconta con la forza immersiva del romanzo, il tormento, le contraddizioni e i sogni di un artista fuori dal tempo.
“Un uomo solo” è un volume ritmato da una prosa velocissima, come gli instant book, i libri-verità pubblicati di getto, subito dopo i fatti. Il lettore è conquistato da una ricostruzione sempre nuova ad ogni capitolo, avvincente, e che quasi porta a dimenticare che si tratta di cronache lontane nel tempo.
A congedarsi dai lettori, un pensiero di Giorgio Gaber, che così ricorda il collega: “Tenco, non va dimenticato. Prima di ogni altra cosa era un uomo solo”.
di Nicoletta Tomei
È possibile ordinare “Un uomo solo” presso la Libreria La Pagina