È svedese il primo bimbo nato dopo un trapianto di utero!
La notizia è per certi versi incoraggiante, commovente, ricca di speranze per il futuro, ma ancora carica di dubbi: è nato il primo bambino concepito dopo un trapianto di utero. Non stupisce dunque che una notizia del genere è partita dalla Svezia, ha fatto il giro del mondo in pochissimo tempo scaturendo tantissime reazioni. La madre, 36 anni, era stata operata un anno fa dopo la donazione da parte da un’amica di famiglia dell’età di 61 anni in menopausa da 7 anni. Il piccolo, 1chilo e 800 grammi, è nato con parto cesareo alla 32ª settimana, a un mese dal parto lui e la mamma sono tornati a casa e stanno bene. Un fatto eccezionale, assolutamente unico perché è la prima volta che accade un evento simile. Il piccolo è nato a 32 settimane di gestazione con un cesareo perché la mamma aveva sviluppato la preeclampsia, comunemente chiamata gestosi, ma ora sta bene e a detta del papà è “assolutamente delizioso”. “Il bimbo ha pianto subito dopo la nascita e non ha richiesto cure particolari se non una normale osservazione nell’unità neonatale – ha spiegato Mats Brannstrom professore di ostetricia e ginecologia della Sahlgrenska Academy, a Goteborg in Svezia, che insieme alla sua equipe ha seguito il caso sin dagli inizi – adesso è tutto a posto e mamma e piccolo sono a casa”.
Felicità immensa per i genitori, certo, che capiscono quanto sia unico ciò che è successo al loro bimbo: “Non ci sono differenze tra lui e gli altri bambini, ma quando sarà grande avrà una bella storia da raccontare, leggerà sui giornali come è nato e che prima di lui nessuno è stato concepito allo stesso modo”, spiega il padre ad un’agenzia stampa. In effetti è davvero un caso straordinario che arriva dopo 10 anni di lavoro e soprattutto dopo due tentativi precedenti purtroppo falliti, su altre donne: uno in Arabia Saudita nel 2000 e l’altro nel 2011 in Turchia. Nel primo caso dopo il trapianto l’utero ha dovuto essere rimosso, nel secondo c’è stato un tentavo di impiantare degli embrioni che però ha portato per ben due volte a degli aborti. Grazie a questo successo però si guarda con più fiducia nel futuro di questi trapianti, riuscendo a dare maggiori speranze a tutte quelle donne che per diverse patologie hanno subito l’esportazione dell’utero o che per malattia ne nascono prive, come per esempio la sindrome di Mayer-Rokitansky-Kuster-Hauser caratterizzata appunto dalla mancanza dell’utero e che colpisce in media una donna su 5.000, e che sono quindi incapaci di procreare.
Finalmente tutte queste donne potranno avere una nuova via da provare, anche se tutto deve essere affrontato con molta cautela, poiché si tratta sempre di un caso sperimentale: “Verso questo traguardo raggiunto a Goteborg – ha spiegato all’ANSA il professor Paolo Scollo, presidente della Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia – c’è da una parte cautela, perché è il primo caso al mondo, dall’altra molta curiosità e interesse scientifico perché questo potrebbe rivelarsi molto utile per un limitato numero di pazienti senza utero o che ne hanno subito l’asportazione. A queste pazienti con mancanza di utero per patologie genetiche, fino adesso non avevamo nulla da offrire – conclude – se non andare fuori dall’Italia per ricorrere alla procedura dell’utero in affitto”. La neo mamma, prima di raggiungere questo felice risultato, ha dovuto compiere un cammino non poco complesso: a sei settimane dal trapianto, infatti, la donna ha avuto il ciclo mestruale e i medici hanno fecondato in vitro undici embrioni con gli ovociti della donna e lo sperma del padre. I medici dell’università di Gothenburg si sono occupati del trapianto di utero e sono stati necessari farmaci per sopprimere il sistema immunitario così da prevenirne il rigetto. Un anno dopo il trapianto si è deciso di procedere con l’impianto di uno degli embrioni crioconservati. Le complicazioni hanno reso necessari tre tentativi e una cura ormonale. Poi la gravidanza è riuscita. Il professor Mats Brannstro, il medico che ha coordinato l’equipe ha commentato: “Io e tutto il team siamo felicissimi, in particolare per questa sensazione irreale di essere riusciti a portare a termine la sperimentazione e arrivare a questo punto. Questo bambino è nato dopo dieci anni di intensa ricerca e questa nascita ci dà la possibilità di curare molte donne e dare loro la speranza di essere fertili anche se sono nate senza utero”.
Foto: piedini o manine di bimbo, fai tu….