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22 November 2024
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Svizzera

Una festa tutta calabrese per festeggiare l’arrivo della Primavera

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In una frizzante atmosfera, di una serata fiorita ma piovosa, l’Associazione Calabresi di Ginevra ha iniziato il suo programma di attività con la tradizionale “Festa di Primavera”, lo scorso 16 aprile. Una serata danzante per il quale, ancora una volta, molti connazionali ginevrini ne hanno condiviso la natura festiva.
Il Comitato dell’Associazione ed il Presidente, Silvio Isabella Valenzi, hanno accolto i numerosi partecipanti, compreso alcuni rappresentanti di alcune associazione presenti sul territorio ginevrino, richiamati dal desiderio di rincontrarsi in una serata tutta italiana, attraverso la briosa atmosfera di cui, l’indole calabrese riesce a trasmettere. Certo, rimanendo nel fascino delle tradizioni calabre, non potevano mancare, e come di consueto non sono mancati, prodotti tipici della regione e la degustazione di dolci artigianali, fuoriusciti dalle maniere antiche dalle donne esperte del Comitato. Il tutto ornato con la verve e con il piacere di passare insieme ben noti a quanti sono soliti raccogliersi attorno ai Calabresi di Ginevra. Tra la prelibata cena prevista per la fiorita serata, non è mancata la gradita musica del “Duo di Casa Nostra”, la quale ha trascinato il pubblico in balli di gruppo, oltre ad una ampia scaletta che raffigurava la storia della musica tradizionale e folkloristica italiana. Possiamo ben dire che, il gruppo formato da Franco e Carmelo, hanno ricoperto abilmente il compito musicale a loro affidatogli. Oggi non ci possiamo più considerare alla tregua dei primi “emigrati”, tuttavia abbiamo sempre bisogno delle associazioni laddove, ancora oggi, operano molti connazionali della vecchia generazione. Uomini che ci organizzano serate all’insegna dei colori italiani e che continuano a mostrarci la maniera giusta di promuovere l’Italia, i suoi costumi, la sua musica e le sue tradizioni che hanno fatto la gloria della nostra cultura nel Mondo.
Per conoscere meglio i calabresi, riportiamo un testo della “Fondazione Migrantes”:
Un secolo di emigrazione calabrese in Italia e nel mondo, secondo l’annuale rapporto di Migrantes. Un secolo di storia, dai viaggi transnazionali a quelli verso le zone “forti” d’Europa e fino al triangolo industriale dell’Italia. Tutto questo nel libro che ripercorre flussi e dati statistici
Calabresi in partenza
AD OGGI, secondo i dati del rapporto “Italiani nel Mondo” della Migrantes sarebbero 375.805 i calabresi residenti all’estero: il 48,1% sono donne, il 12,3% ha un’età inferiore ai 17 anni, il 21,5% ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, il 22,1% ha un’età compresa tra i 35 e i 49 anni, il 20,2 % tra i 50 e i 64 anni, il 23,8% ha più di 65 anni mentre il 31,4% è nato all’estero. Ad analizzare un secolo di storia dell’esperienza migratoria calabrese è il volume “L’emigrazione della Calabria. Percorsi migratori, consistenze numeriche ed effetti sociali» di Francesco Carchedi e Mattia Vitiello, edito dalla Tau nella collana dei “Quaderni” della Fondazione Migrantes.
Il volume, è scritto in una nota, «parte dall’esodo migratorio dalla Calabria, durante il periodo della “Grande emigrazione”, esaminando poi i diversi periodi storici per arrivare alla realtà odierna e alla ricca diversificazione e impegno dei calabresi nel mondo attraverso l’associazionismo».
L’emigrazione italiana è «geneticamente tipicizzata dalle diverse identità regionali dei soggetti migranti che portano con sé un bagaglio culturale che si diversifica a seconda del territorio e della regione», scrive nella presentazione il direttore della Migrantes mons. Giancarlo Perego. E la Calabria, insieme alla Liguria e al Veneto, prosegue la nota, si può ritenere l’avanguardia dei flussi migratori: inizialmente verso i paesi transoceanici (Usa, Brasile, Argentina) e in seguito verso il Nord Europa (Francia, Germania e Svizzera) e in misura ridotta verso Gran Bretagna e Belgio.
Ma non solo: la Calabria è stata «molto attiva» anche nei flussi migratori «interni», in particolare verso quello che veniva chiamato il «triangolo industriale» (Milano, Torino e Genova) e verso Roma. Il volume, conclude la nota, «attraverso dati statistici e materiale documentale e bibliografico, oltre agli aspetti relativi all’emigrazione calabrese, poggia l’attenzione anche alla recente immigrazione che interessa, a partire dall’ultimo decennio, alcune particolari aree della regione in maniera anche strutturale».
Carmelo Vaccaro

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