Sotto i riflettori delle settimane scorse, ci sono stati le nomine degli ambasciatori dell’Unesco. In molti hanno considerato una buffonata la candidatura dell’attore Lino Banfi, già figura rappresentativa di valori positivi della famiglia per l’Unicef, come membro dell’Assemblea Della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Ma di che ruolo si tratta e soprattutto cosa rappresenta l’Unesco?
L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura è un ente che conosciamo in molti come autorità con forti poteri decisionali per quanto riguarda i diritti umani, la cultura e l’ambiente ma il cui ruolo assume margini sfuocati quando si entra nel dettaglio delle competenze.
Una delle missioni dell’agenzia, di cui fanno parte 195 Paesi e la cui sede è a Parigi, è quella di mantenere una lista di patrimoni dell’umanità. Questi siti inseriti nella lista rivestono una reale importanza ambientale, naturalistica e architettonica che l’intera comunità mondiale deve salvaguardare come patrimonio da mantenere. L’ultimo inserimento è stato quello dei “muretti a secco” i quali sono improvvisamente diventati protagonisti del paesaggio e simboli di una manifattura umana presente anche in tante regioni italiane. Elementi da avvalorare proprio per essere stati costruiti in perfetta armonia con il territorio e che svolgono un ruolo vitale nel combattere erosione, slavine, alluvioni migliorando la biodiveristà e le condizioni microclimatiche senza soluzioni architettoniche invadenti.
L’Italia vanta 54 siti Patrimonio dell’Umanità e 17 riserve della Biosfera che mantengono il controllo dell’ecosistema di un territorio. Tra queste troviamo il Circeo, il Cilento, Il Vesuvio e l’arcipelago toscano ma anche il Delta del Po, la Sila e la Valle Camonica. In Svizzera invece i luoghi Patrimonio Dell’umanità sono 12 tra cui spicca il centro storico di Berna e i castelli di Bellinzona.
Il marchio Unesco promuove l’adozione di interventi adeguati a eliminare i rischi se manca il mantenimento dell’integralità del sito. Ma salvaguardare una zona dalla speculazione immobiliare, proteggendo strutture storiche, significa anche trasformarsi in un luogo turistico in cui non sempre la ricettività è organizzata bene. Tanti vantaggi quindi ma anche responsabilità difficili da mantenere.
Tornando a Pasquale Zagaria, in arte Lino Banfi, ricordiamo che l’attore andrà a sostituire il documentarista Folco Quilici (deceduto nel 2018) nella commissione composta da 50 membri che dovranno promuovere i programmi UNESCO in Italia. Sostituire il ruolo di Quilici è impensabile visto che lo scrittore italiano, specializzato nella divulgazione naturalistica, è stato inserito dalla rivista Forbes, tra le cento firme più influenti del mondo. Quello di Banfi sarà un compito sicuramente diverso ma non è il solo personaggio del mondo dello spettacolo che viene candidato per sfruttare la sua immagine di persona conosciuta per coinvogliare interesse: il regista Pupi Avati infatti fa già parte della commissione. Polemiche anche da parte del più blasonato settimanale inglese The Economist che critica la nomina di un attore che verrebbe paragonato al loro Benny Hill preferito a naturalisti e scrittori o ricercatori. Ai posteri la sentenza per questa nomina. Vedremo se la bonarietà di un attore benvoluto, anche se poco rappresentativo per il ruolo, riesca a convincere il popolino ad interessarsi maggiormente alla salvaguardia e al rispetto dell’ambiente e delle risorse naturalistiche. Nel caso, proponiamo già Terence Hill come prossimo candidato.
foto: Ansa