Pisapia: “non possiamo lasciare il Paese alla destra”. Renzi “Nessun paletto dal Pd a una coalizione più larga possibile”. Orlando: “Pd in un vicolo cieco”
Dopo i risultati delle regionali siciliane, la sinistra è decisa a non ripetere l’esperienza catastrofica, almeno è quello che si augurano in tanti, tra cui l’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia che nel suo intervento di apertura dei lavori di “Diversa, una proposta per l’Italia” afferma chiaramente “non vogliamo un’altra Sicilia, non possiamo non fare di tutto per unire, nella discontinuità, per unire il centrosinistra. Qualcuno dice che è missione impossibile? No, sino all’ultimo giorno, dobbiamo provare”, ha detto il leader di Campo Progressista. Unire e combattere la discontinuità sta diventando il primo obiettivo da perseguire per il centrosinistra. “Lo dico al Pd, l’idea dell’autosufficienza è un suicidio politico: non possiamo lasciare il Paese alla destra”, ha aggiunto il leader di Campo Progressista.
Tra le noti dolenti c’è il sospetto di un Pd tormentato al suo interno anche se il segretario Dem smentisce categoricamente qualsiasi voce in merito, “non ci sono problemi nel Pd, siamo tutti d’accordo sulla linea dell’apertura ” afferma Matteo Renzi parlando con i giornalisti all’indomani dell’incontro con Franceschini sul treno Dem.
Così aprendo la Direzione del Pd, Matteo Renzi ha affermato di essere pronto ad abbracciare una larga coalizione che comprende i centristi e la sinistra, ma anche Campo Progressista, i Radicali, i Verdi, i Socialisti e l’Idv, senza porre “veti e paletti” e dichiarandosi pronto a scrivere “una pagina bianca” sia nel programma sia nel metodo di una leadership non più “solitaria”. “Non sarà il Pd a mettere paletti a una coalizione più larga possibile”. “Lo sforzo unitario deve esser praticato all’interno, in primis da chi dirige, dobbiamo cercare di parlare al Paese”, ha affermato Matteo Renzi che ha fretta di andare a votare e ha addirittura segnalato la data del 4 marzo, “a questo punto, sta per partire la campagna elettorale, dobbiamo essere chiari” afferma il segretario Dem, ma bisogna guardare al futuro senza rinnegare il passato, “sarebbe assurdo, illogico e inspiegabile”.
“Non faremo passi indietro sulla rivendicazione del passato” ha detto Renzi. “Chi fa richieste di abiura non si rende conto che il Paese era in crisi profonda – ha scandito – A chi dice di cancellare il passato dobbiamo dire che dobbiamo rivendicare con forza quello che abbiamo fatto. Ci sono stati errori, ma le cose che sono state fatte hanno migliorato il Paese”.
Tornando all’unità del partito, è soprattutto il caso Grasso a mettere in dubbio l’idea di Pd unito e d’accordo e lo stesso presidente del Senato parla di un Pd che ormai non esiste più: “Non so se sono uscito io dal Pd o se non c’è più il Pd. Nel senso che il Pd era il Pd del ‘bene comune’. Era il Pd di Bersani insieme a Sinistra e libertà. Quelli erano i principi e i valori che incantavano un ragazzo di sinistra che aveva per tutta la vita compressa questa sua natura, che è una natura di valori di uguaglianza, di diritti, di libertà”. Così si è espresso Pietro Grasso, durante la presentazione il suo libro ‘Storie di sangue, amici e fantasmi’ a Pescara, per il Festival di Libri e Altrecose.
Il Pd chiuso “in un vicolo cieco” e per questo costretto dal Rosatellum a fare alleanze che al momento non ci sono è l’idea di Andrea Orlando che insieme a 14 della sua area, non considera abbastanza l’impegno di Renzi.
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