Le immagini scioccanti delle bodycam hanno rivelato i tragici momenti dello studente durante l’arresto. Aperta un’indagine sul caso dalla polizia di Miami
L’evento è accaduto a febbraio scorso, ma solamente in questi giorni è venuto alla luce destando sgomento per la violenza e il trattamento disumano subito dal ragazzo italiano, Matteo Falcinelli, studente di Miami durante un arresto ingiustificato. Adesso il ragazzo è stato rilasciato e sono decadute tutte le accuse a suo carico, ma lo shock che ha subito è talmente forte che lo hanno portato a tentare il suicidio diverse volte.
I fatti vedono Matteo protestare per un’eccessiva richiesta di addebito sul suo conto, per cui viene buttato fuori dal locale (Matteo non sapeva di essere in uno strip club) ma si accorge di non avere più i suoi due cellulari. Fuori dal locale interviene una pattuglia di polizia a cui Matteo chiede di recuperare i cellulari ma in quel momento, solo per aver sfiorato la divisa di un poliziotto, viene arrestato in maniera violenta e portato nella stazione di polizia di North Miami Beach. Qui Matteo urla e chiede i propri diritti ma riceve solo un trattamento disumano. Quattro poliziotti lo buttano a terra, gli premono la testa sul pavimento e gli stringono ulteriormente le manette “come se entrassero nella carne, Matteo urla di tortura, gli legano le caviglie, ogni urlo una stretta, dice ‘please please please’, sta svenendo dal dolore, poi lo girano sul fianco, ci sono persone che sono morte per questa manovra” racconta Vlasta Studenicova, la madre del ragazzo in un intervento televisivo . Così incaprettato, Matteo vi rimane per ben 13 minuti, “ha sofferto come una bestia, in un modo disumano, poi gli tolgono le cinghie e gli lasciano le manette, viene trasferito in prigione, ha gravi ferite, non può appoggiare i piedi, ha ferite sul viso, non riesce a salire sul letto a castello della prigione, è salito con i gomiti, non aveva forza nelle mani, trema dal freddo. Gli viene negato di telefonarmi, solo chiamate per l’America. Cerca il suicidio quattro volte, non avvertono il consolato, non avvertono l’ambasciata. Lo lasciano dopo tre giorni, torna al college e poi va in ospedale, poi in ospedale psichiatrico”. È una cronistoria sconvolgente di quello che subito Matteo prima di ritornare il 5 marzo al college. È proprio grazie alle immagini delle bodycam sulle divise dei poliziotti che hanno agito su Matteo Falcinelli a smentire le dichiarazioni delle forze dell’ordine tanto che la stessa polizia di Miami ha aperto un’indagine sul caso.
Il Dipartimento di Stato americano, ha spiegato un portavoce all’agenzia Ansa, “lavora diligentemente per garantire che le forze dell’ordine statunitensi rispettino i loro obblighi legali in materia di notifica e accesso consolare quando cittadini stranieri sono detenuti negli Stati Uniti, in conformità con la legge nazionale applicabile e in conformità con gli obblighi internazionali, nello stesso modo che ci aspettiamo che i governi stranieri trattino i cittadini statunitensi all’estero”. La reazione ufficiale del governo Usa dopo le polemiche di questi giorni è il riconoscimento delle preoccupazioni sollevate dal governo italiano e dalla famiglia Falcinelli confermando che continueranno a monitorare gli sviluppi del caso.
Nel frattempo la mamma e il fratello di Matteo hanno raggiunto il ragazzo a Miami per aiutarlo a riprendere gli studi e completarli. La donna è determinata, dopo quello che ha visto non vuole che il caso sia ignorato. “Siamo decisi a chiedere e ottenere giustizia per Matteo, nessuno deve sopportare una tale sofferenza, una tortura così atroce”.
Redazione La Pagina