Trump ha deciso che le tariffe imposte saranno rivolte a tutti gli stati europei, senza alcuna “esenzione”, così la Premier Meloni abbandona la via del dialogo e sceglie di unirsi all’Ue: “ai dazi si risponde con i dazi”
Per Trump l’Italia è uno stato dell’Ue e per questo non sarà certamente esclusa dai dazi che il Presidente americano sta imponendo. Così, nonostante gli sforzi di mantenere un rapporto saldo con la presidenza USA, Giorgia Meloni si trova spiazzata e costretta a prendere una decisione che in molti non ci aspettavamo. Non più mediatrice tra Ue e USA, non più favorita tra gli Stati europei, l’Italia resta unita all’Ue, non solo per il trattamento, ma anche per la risposta! Meloni abbandona le vesti da intermediaria e indossa l’armatura se non da guerra quella di difesa.
Dazi per tutti
Il Tycoon è stato chiaro, i dazi verso l’Europa li ha annunciati e non ha mai accennato ad alcuna esclusione e così è stato: ”Applicherò dazi reciproci, il che significa che qualsiasi Paese applichi un dazio sugli Stati Uniti d’America, noi lo applicheremo a loro. Né più né meno. In altre parole, se ci applicano una tassa o un dazio, noi applicheremo loro esattamente la stessa tassa o lo stesso dazio. Molto semplice”, ha affermato Trump parlando alla Casa Bianca. Non solo, Trump ha specificato che queste tariffe saranno applicate senza esenzioni, ovvero, è compresa anche l’Italia nel trattamento.
Ecco la doccia fredda per la Presidente del Consiglio Meloni, che fino a qualche giorno fa, durante il Consiglio informale Ue del 3 febbraio, rispondendo alla linea dura che supportava la Francia, aveva esortato gli altri leader di non andare al muro contro muro con Trump, ma di perseguire invece la strada del dialogo: “Dobbiamo mostrarci disponibili a dialogare con Trump e dobbiamo evitare un’over-reaction, una reazione scomposta che sarebbe un errore”, perché “Lui fa così, è un negoziatore. Per questo dobbiamo dialogare con lui”, affermava Meloni una decina di giorni fa.
La Premier, infatti, era ancora convinta di poter contare su una relazione privilegiata con Trump, forte di un rapporto consolidato negli ultimi mesi, con il viaggio improvvisato a Mar-a-Lago e poi addirittura con la sua presenza all’Inauguration day a Washington, unica leader europea personalmente invitata. Eppure a nulla è valso alla Presidente del Consiglio aver lavorato per costruire una posizione privilegiata e adesso che la minaccia dei dazi colpisce l’intera Europa, senza “alcuna esenzione”, la preoccupazione si fa sentire, tanto che Meloni è costretta a cambiare strategia e ad affiancarsi all’Europa.
Nuova linea per Meloni
Le nuove tariffe americane non saranno applicate subito, ma potrebbero scattare il 2 aprile, secondo quanto ha spiegato Howard Lutnick, nominato da Donald Trump ministro al commercio. In questo modo gli addetti ai lavori avrebbero tutto il tempo di calcolare le imposte personalizzate, o come li ha definito Trump “dazi reciproci”: “Applicherò dazi reciproci, il che significa che qualsiasi Paese applichi un dazio sugli Stati Uniti d’America, noi lo applicheremo a loro. Né più né meno. In altre parole, se ci applicano una tassa o un dazio, noi applicheremo loro esattamente la stessa tassa o lo stesso dazio. Molto semplice”.
Ed è a questo punto che la Presidente del Consiglio si trova a comunicare alla Commissione europea che l’Italia sarà compattamente al fianco di Bruxelles nella reazione ai dazi doganali imposti da Washington. Così Meloni ritorna al fianco di Ursula von der Leyen e abbraccia il concetto che “ai dazi si risponde con i dazi”.
Pace in Ucraina
Ma non è l’unica posizione scomoda su cui si è adagiata la Premier italiana. C’è anche il caso dell’Ucraina e la scelta di Trump di voler a tutti i costi fermare la guerra, anche a discapito di Kiev.
Così il Tycoon avvia una trattativa con Mosca ma lascia in panchina l’Ue. Come si posizionerà su questo aspetto Meloni, visto che dall’inizio del conflitto ha sempre sostenuto la causa ucraina?
Non bisognerà aspettare molto per vedere come Giorgia Meloni affronterà la questione, il prossimo 24 febbraio, infatti, in occasione dell’anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, si terrà una videoconferenza dei leader del G7 dove Meloni avrà l’opportunità di affrontare il tema dei dazi doganali, alla ricerca di un accordo ma soprattutto di prendere in esame la trattativa tra Usa e Russia per chiudere il conflitto ucraino. Sarà dunque il momento di scegliere ancora da che parte stare, se con l’Ue o continuare a spalleggiare gli USA nella sua ricerca di una pace ingiusta andando contro tutto quello detto e fatto fino a questo momento.
Redazione La Pagina