Una proclamazione agitata quella di Biden, sicuramente senza precedenti per quel che è accaduto durante il Congresso in cui si rendeva ufficiale la sua carica come Presidente degli Stati Uniti d’America. Quello che è accaduto al Campidoglio americano è sotto gli occhi e lo sdegno di tutti. Il bilancio di quella che deve essere definita come una vera e propria insurrezione contro la democrazia – e non protesta – è tragico perché è costata la vita a 4 persone, mentre 13 sono i feriti e 52 gli arresti.
Eppure Joe Biden e Kamala Harris, alla fine, sono stati proclamati e il 20 gennaio giureranno come presidente e vicepresidente degli Stati Uniti. Il partito democratico, infatti, si è affermato con 306 voti sui 232 di quello Repubblicano.
Perdere con disonore
Peggio di così, Trump non ne poteva uscire. Non certo per via dei voti (ricordiamo che in queste elezioni Trump rappresenta la preferenza di circa 70 milioni di elettori contro gli 80 milioni per Biden), ma per i non tanto velati incitamenti all’assalto a Capitol Hill ai manifestanti per interrompere la seduta. E il suo discorso per placare i propri sostenitori che ormai avevano occupato il Campidoglio americano si è rivelato una farsa dove se da un lato esortava con poca convinzione a terminare l’assalto pacificamente, dall’altro elogiava i manifestanti per l’operato. In verità non ha mai pubblicamente condannato l’assalto: nel suo intervento – esplicitamente richiesto da Biden – il presidente uscente dice: “Andate a casa”, ma nello stesso tempo elogia i manifestanti come “persone speciali”, per poi concludere: “So come vi sentite”, dunque giustifica le azioni violente per cui perde di valore il suo consiglio finale “andate a casa e andate in pace”.
In questo momento in molti invocano il 25° emendamento per rimuovere anticipatamente Trump dalla Presidenza per mancanza di idoneità. La decisione spetta soltanto al vicepresidente in carica, Mike Pence, lo stesso che durante l’assalto ha scavalcato Trump disponendo lui l’intervento della guardia nazionale per il ripristino dell’ordine, nonché colui che ha ripreso il Congresso subito dopo l’assalto proclamando Biden nuovo presidente degli Stati Uniti.
Trump non solo ha perso, ma rischia anche la rimozione immediata a sole 2 settimane dalla fine del suo mandato. Oltre a perdere, Trump ha saputo fare di peggio, ha perso con disonore e lascia la Casa bianca nel segno dell’ignominia.
Chi sono i manifestanti pro Trump che hanno assaltato il congresso?
Molte famiglie e civili che, seguendo l’invito del presidente uscente, “andate al Capitol Hill”, diffuso poco prima attraverso i social, credevano di partecipare ad una protesta pacifica davanti al Campidoglio americano, non certo di occuparlo. Di altra pasta, invece, i vari gruppi organizzati di estrema destra e del suprematismo bianco, come i Proud Boys o il movimento dei Boogaloo. Non mancano neanche convinti complottisti come i seguaci del gruppo di QAnon. Ma soprattutto, sono tutti dei veri e propri fanatici o ultras di Donald Trump, invece che pacifici sostenitori della democrazia, che sembrano aver agito con premeditazione e intenti violenti.
La falla della difesa
Quello che si sta chiedendo il mondo intero è come sia stato possibile che i servizi dell’intelligence americana non abbiano saputo anticipare e placare migliaia di persone, che di certo non passano inosservate e che, sicuramente, hanno alle spalle una preparazione accurata. Una delle ultime notizie vede le dimissioni del vice consigliere alla sicurezza nazionale di Donald Trump, Matt Pottinger, proprio perché in disaccordo con l’amministrazione Trump che non ha immediatamente indicato il dispiegamento della guardia nazionale con il risultato delle quattro vittime durante la sommossa.
Condanna del mondo intero
Le immagini dell’assalto al Congresso americano hanno immediatamente fatto il giro del mondo e suscitato lo sdegno unanime che arriva immediato per voce dei maggiori leader mondiali.
“La violenza è incompatibile con l’esercizio dei diritti politici e delle libertà democratiche. Confido nella solidità e nella forza delle Istituzioni degli Stati Uniti”, è quanto ha scritto dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Le accuse arrivano dirette anche dal premier britannico, Boris Johnson, ha parlato di “scene vergognose” mentre chiede una transizione “pacifica e ordinata” del potere al democratico Joe Biden. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha scritto: “Credo nella forza delle istituzioni e della democrazia statunitensi. La transizione pacifica del potere è al centro. Joe Biden ha vinto le elezioni. Non vedo l’ora di lavorare con lui come prossimo presidente degli Stati Uniti”.
Il Presidente francese Macron, ricordando la vicinanza storica di Francia e Stati Uniti, dalla Rivoluzione americana in poi ha affermato che “Quando in una delle più antiche democrazie del mondo, dei fautori di un presidente uscente rimettono in discussione, con le armi, i risultati legittimi di un’elezione, ad essere attaccata è un’idea universale, quella di un uomo, una voce”.
“Immagini spaventose, incredibile che siano gli Stati Uniti”, è la reazione incredula della premier norvegese, Erna Solberg; allo stesso modo ha definito “orribili” le immagini di Washington anche il primo ministro olandese Mark Rutte e ha invitato Trump a “riconoscere Joe Biden come futuro presidente oggi”.
Angela Merkel si è espressa sull’accaduto parlando di sentimenti di “rabbia e tristezza” e condannando senza mezzi termini il comportamento di Trump che non ha “riconosciuto la sconfitta alle elezioni da novembre e che non lo abbia fatto neppure ieri. Dubbi sono stati sollevati sull’esito delle elezioni e si è preparata l’atmosfera per gli eventi della notte scorsa”.