Dopo la strage di Orlando gli USA tornano a parlare di prevenzione delle violenze commesse con le armi
Nonostante le reazioni suscitate dalla strage di Orlando, è fallito il tentativo di introdurre nuovi limiti alla vendita di armi negli Stati Uniti. Quattro emendamenti, due presentati dai repubblicani e due dai democratici, sono stati bocciati dal Senato.
Le proposte puntavano a rafforzare i controlli preventivi – i cosiddetti ‘background checks’ – e a impedire che gli individui presenti sulle liste dei sospetti terroristi potessero acquistare armi da fuoco.
Casa Bianca: “Vergognoso atto di viltà”
La Casa Bianca ha commentato con estrema durezza la bocciatura in Senato di quattro emendamenti per rafforzare i controlli preventivi sulla vendita di armi. “In Senato abbiamo assistito a una vergognosa dimostrazione di viltà”, ha dichiarato senza mezzi termini il portavoce Josh Earnest alla Cnn. “Continuano a mantenere una scappatoia che permetta a persone sospettate di terrorismo di comprare un’arma. Attualmente, con le scappatoie protette dai repubblicani, questi individui possono entrare in un negozio e comprare un’arma. È una cosa che non ha senso”, ha sottolineato Earnest.
I quattro emendamenti, due presentati dai repubblicani e due dai democratici, prevedevano l’estensione di controlli preventivi su chi acquista armi e il divieto di acquisto per chi compare sulle liste dei sospetti terroristi. Servivano almeno 60 voti su 100 per la loro approvazione, ma la commozione per la strage di Orlando non è bastata a farli passare.
Sit-in dei deputati
Lo scorso giovedì, dopo 12 ore di sit-in dei deputati democratici all’interno della Camera Usa, il repubblicano Paul Ryan, speaker della Camera, ha interrotto la protesta organizzata per chiedere ai repubblicani di agire in Congresso, per fermare le violenze commesse con le armi. In una delle scene più dense di tensione della Camera Usa, i Democratici hanno costretto Ryan a protrarre la sessione parlamentare fino a notte fonda.
Adnkronos/Afp