Questo sabato sarà un giorno speciale all’Università della Svizzera Italiana-USI di Lugano. I motivi sono due. Innanzitutto, in occasione del suo ventitreesimo anniversario, l’ateneo ticinese informa il pubblico sulle sue attività. Gli interventi della Presidente del Consiglio universitario Monica Duca Widmer e del Rettore Boas Erez quindi confermeranno l’impegno delle istituzioni accademiche nei confronti della Svizzera di cultura italiana. In particolare: l’USI assegnerà il Premio Credit Suisse al miglior docente universitario e un dottorato honoris causa, cioè per meriti sociali, ad una personalità pubblica, come ad esempio in passato è toccato all’artista italiano Mimmo Paladino. Ma non è tutto. Il Dies academicus USI edizione 2019 sarà importante anche per la presenza di Lars-Erik Cederman, professore al Politecnico Federale di Zurigo ed uno dei massimi esperti in tema di conflitti internazionali, che parlerà delle sue ricerche. Precisiamo che il Professor Cederman, già docente anche presso le Università di Harward ed Oxford, tra l’altro ha collaborato al programma Horizon 2020, il laboratorio per lo sviluppo delle politiche economiche dell’ intera Unione Europea, ed allestito una mappatura sulla prevenzione dei conflitti sociali a livello internazionale. Attualmente il Professor Cederman presso la Scuola Politecnica Federale di Zurigo-ETZH dirige il dipartimento che analizza la evoluzione dei nazionalismi etnici in oltre 100 paesi. Per i suoi studi nel 2018 ha ricevuto il Premio Marcel Benoist: é il Nobel svizzero per la ricerca scientifica. Come appare la situazione in Italia e quali insegnamenti in generale ne possiamo trarre lo illustra il sito web del Professor Cederman presso l’ETZH (https://growup.ethz.ch/). La penisola é suddivisa tra un blocco sostanzialmente omogeneo di “italiani”, il 93.5% della popolazione, e un altro gruppo in cui troviamo entità autonome come i sardi, i friulani, i valdostani, i ladini, cui negli ultimi anni si é aggiunta una comunità di migranti di varia provenienza. All’esame degli studiosi internazionali la popolazione italiana non evidenzia particolari disparità sociali se non nei confronti proprio degli ultimi arrivati, spesso alloggiati ed impiegati in condizioni precarie. Sono osservazioni, fondate sull’imparziale linguaggio delle cifre, che portano a ricordare un messaggio alla politica ed alla coscienza delle nostre società nel loro insieme. La storia insegna che il governo di un paese si fonda sul desiderio di raggiungere una amministrazione della collettività equilibrata ed omni-comprensiva. In futuro come anche in passato, ogni evoluzione amministrativa quindi si dovrà confermare un obiettivo da condividere sempre fra tutti i suoi abitanti: sempre, senza alcuna esclusione. Inevitabilmente. Minoranze incluse.
AN GRANDI