Sono passati tre decenni dal disastro aereo che costò la vita a 81 persone,tra cui 13 bambini, a bordo del Dc9 Itavia inabissatosi tra le isole di Ponza e Ustica il 27 giugno 1980. Napolitano: “I processi non hanno ancora fatto luce”
Sono arrivati nell’enorme e assolata piazza VIII Agosto, a pochi metri dalla stazione di Bologna, e hanno trovato la sagoma di un Dc9 distesa sull’asfalto con la scritta rossa “Itavia” lungo la fusoliera.
Avvicinandosi timidamente al telo che ricostruisce nelle dimensioni originali l’aereo partito 30 anni fa da Bologna e esploso al largo di Ustica, i familiari delle 81 vittime (in maggioranza siciliane) hanno “cercato” chi non c’è più.
L’allestimento dell’opera di Flavio Favelli (che si intitola “Cerimonia”) è stato uno dei momenti della commemorazione del trentennale della strage, cominciata alle 11 nel Comune di Bologna alla presenza delle autorità emiliane e siciliane, e conclusasi al Museo della Memoria che dal 2007 ospita il relitto del “mostro”, sepolto per anni nel Tirreno.
Un ricordo intriso anche quest’anno di polemiche e speranze, tra una verità sentita oggi più vicina e le teorie contrapposte sul perché e come il Dc9 scomparve nel nulla la sera del 27 giugno 1980.
Ricordando la sentenza del ‘99 scritta dal giudice Rosario Priore (l’aereo fu abbattuto “con un’azione di guerra militare, una guerra di fatto, non dichiarata”) e la più recente (del 14 giugno) dei giudici civili di Palermo sul risarcimento dello Stato ai parenti di tre vittime, la presidente dell’associazione che li riunisce Daria Bonfietti ha osservato: “Mi pare che questa verità ci stia quasi assediando”.
E poi: “Bisogna smettere di fare polemiche. Ci mancano i nomi dei responsabili. Conquistiamoli!”.
Il riferimento è soprattutto alle parole del sottosegretario Carlo Giovanardi che aveva ribadito la tesi della bomba esplosa in volo precisando di parlare a nome del governo.
“È una menzogna. Gli esperti della Nato – ha sentenziato la presidente a margine della cerimonia – ci hanno detto che c’erano altri aerei intorno al Dc9 abbattuto”.
E poi, in linea con il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (“I processi sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili”), la Bonfietti ha ribadito il suo appello alla politica per ricomporre il puzzle della strage: “Credo che arriveremo alla verità se il governo del mio Paese chiederà agli altri Paesi con forza, con la voglia di sentirsi rispondere e non en-passant, cosa è successo quella sera”.
Una verità che potrebbe cancellare “quell’ombra inquietante anche sul nostro presente” che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha citato nel suo messaggio, e che sarebbe, secondo il presidente del Senato Renato Schifani, “una vittoria straordinaria per noi tutti”.
Bonfietti ha poi ringraziato anche la campagna informativa lanciata da una radio bolognese “Radio Città del capo” per chiedere la verità sulla strage attraverso i principali giornali on line francesi.
Così “il governo francese ha espresso la sua disponibilità a collaborare nell’accertamento della verità”, ha detto l’ex senatrice, aggiungendo: “Speriamo che la collaborazione annunciata sia una adeguata collaborazione”.
Tappa successiva in piazza VIII Agosto per l’opera di Favelli, tra curiosità ed emozione. Presente anche l’artista che nel 1980 aveva 13 anni. “Ricordo di aver visto su un giornale la foto di un cadavere ripescato dal mare. Mi impressionò tremendamente – ha raccontato – quell’abisso nero era il mio, in quel momento della mia vita, ma poi abbiamo scoperto che era l’abisso del nostro Paese”.