‘Disposizioni contro il turismo riproduttivo’: il nuovo ddl presentato a Palazzo Madama dal senatore della Lega Simone Pillon per porre fine alla cosiddetta pratica dell’utero in affitto
Il senatore Leghista Simone Pillon è già un volto conosciuto e soprattutto contestato per tutta la serie di idee che hanno scatenato gli ambienti femministi e non. Pare che il suo interesse maggiore sia il totale annullamento di potere decisionale della donna sui temi che riguardano in generale la maternità. Antiabortista per eccellenza, il suo primo obiettivo è quello di giungere a livelli di “aborti zero”. Successivamente è auspicabile anche arrivare a un cambiamento della legge 194 del 1978, che garantisce il diritto all’interruzione di gravidanza. Pillon è fortemente convito che bisogna sostenere la maternità, “altrimenti nel 2050 ci estinguiamo come italiani”.
Attualmente è al vaglio del parlamento il “Disegno di legge Pillon” che propone di modificare le norme in materia di diritto familiare, con significative ripercussioni sull’affido dei minori in caso di separazione o divorzio. Il ddl Pillon è stato molto criticato e considerato non emendabile da diverse associazioni di avvocati, psicologi e operatori che si occupano di famiglia e minori; da giuristi, anche cattolici, da giudici minorili, dai centri antiviolenza, dai movimenti femministi. Tra l’altro, per come è formulato, pare che non tutelerebbe la donna da condotte violente del partner. In generale la proposta di legge di Pillon è considerata maschilista, punitiva nei confronti delle madri e che porta a un arretramento dei diritti dei e delle minori. Inoltre, i movimenti considerano la riforma un grave attacco alle donne e alle conquiste ottenute con fatica negli ultimi decenni nell’ambito del diritto e della giurisprudenza sulla famiglia e sulla violenza domestica.
Il nuovo campo d’azione del senatore leghista riguarda il cosiddetto “turismo riproduttivo”. “Porre argine al triste fenomeno del cosiddetto ‘turismo riproduttivo’” punendo con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da 800mila a un milione di euro “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”. È questo quello che prevede il ddl ‘Disposizioni contro il turismo riproduttivo’, presentato a Palazzo Madama dal senatore della Lega Simone Pillon con l’obiettivo di porre fine alla cosiddetta pratica dell”utero in affitto’.
Il testo, composto da tre articoli, tra l’altro ribadisce “in via definitiva il già sussistente divieto di iscrizione o trascrizione di atti di nascita dai quali risultino due padri o due madri”. “L’utero in affitto – afferma Pillon all’Adnkronos – è uno schifo, una delle peggiori forme di violenza contro le donne, come peraltro riconosciuto anche dal Senato nella mozione adottata in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Non si possono comprare, affittare e nemmeno regalare né le donne né tantomeno i bambini. La legge italiana già punisce con la reclusione questo abominevole delitto, ma qualcuno che si crede più furbo va a comprarsi impunemente i bambini all’estero, affittando l’utero di povere ragazze straniere”.
Si tratterebbe quindi di introdurre norme che introducano la punibilità di reati anche se commessi fuori dai nostri confini, “la vita e la dignità delle donne e dei bambini hanno lo stesso valore dentro e fuori dai nostri confini” afferma Pillon.
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