Avete già pronto il vostro piano delle vacanze? Biglietti fatti e itinerario ben studiato? O siete tra quelli che si lanciano all’avventura, intanto si parte, poi cosa fare si vedrà. Oggi però siete invitati a farvi una domanda specifica: quanta plastica porterete in vacanza? Quanta ne userete? Che fine farà il vostro “bagaglio di plastica”?
Proprio oggi è la giornata mondiale dell’ambiente, il World Environment Day, istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 per diffondere e promuovere, a livello globale, l’importanza di preservare gli ecosistemi. In modo la particolare, l’edizione di quest’anno vuole mettere in evidenza il grande problema dell’uso sproporzionato della plastica sui luoghi di maggiore affluenza turistica, soprattutto in Italia che ad oggi è il secondo Paese consumatore di plastica in Europa.
Fermiamoci a riflettere un momento e pensiamo all’uso sproporzionato che facciamo della plastica e soprattutto alla difficoltà che abbiamo, in vacanza, di smaltirla nel modo regolare attraverso le norme di raccolta differenziata vigenti nel paese che visitiamo. Ma davvero per goderci le nostre meritate vacanze abbiamo bisogno di usare tutta questa plastica?
In modo particolare sono soprattutto le zone balneari a soffrire maggiormente questo problema. Sbirciando i dati diffusi sull’argomento dal WWF scopriamo che gli oltre 200 milioni di turisti che ogni anno visitano il Mediterraneo provocano un aumento pari al 40% dell’inquinamento estivo da plastica. Ma i dati spaventosi non finiscono: la plastica nel Mediterraneo rappresenta il 95% dei rifiuti rinvenuti in mare aperto, sui fondali e sulle spiagge. Ogni anno tra le 150 e le 500 mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e le 130 mila tonnellate di microplastiche finiscono nei mari d’Europa. È questo che vogliamo per le nostre vacanze? Sicuramente non è piacevole fare il bagno in mari meravigliosi mentre cerchiamo di scansare l’ennesima bottiglia di plastica. Quale relax proviamo nel distenderci su un prato fresco circondato dalla plastica monouso di qualche precedente picnic o che bellezza vediamo nei paesaggi dei luoghi turistici sfregiati da immondizie di plastiche lasciate da qualche altro noncurante visitatore? Con tutta questa plastica monouso che infesta i nostri mari rischiamo di farci una vacanza di plastica col “mare monouso”: una volta provato, sicuramente non ci torniamo più.
Ma il problema della plastica riguarda anche la sua influenza sulla crisi climatica poiché contribuisce alle emissioni di gas serra in ogni fase del suo ciclo di vita. Si legge su Ansa che “tra produzione e incenerimento, il ciclo della plastica genera globalmente circa 400 milioni di tonnellate di CO2 all’anno”.
Mentre stiamo organizzando le nostre prossime ferie, magari sulla riva di qualche meravigliosa località sul Mediterraneo, cerchiamo di considerare anche questo aspetto, che forse la plastica ci agevola, è vero, e non è neanche giusto demonizzarne l’uso, ma non è impossibile organizzare una vacanza plastic free, dove la plastica non è per forza necessaria al vostro relax e divertimento: iniziate a scegliere scegliete quelle strutture che offrono servizi ecologici e con maggior attenzione al consumo della plastica e preparate i vostri bagagli senza eccedere in sacchetti di plastica o prodotti per l’igiene personale in plastica, e se non riusciamo proprio a farne a meno, basta raccogliere la nostra plastica monouso per smaltirla correttamente. Solo con un po’ di attenzione in più a questo aspetto daremo un valido contributo a questa importante causa e soprattutto i nostri mari non saranno monouso.
Redazione La Pagina