L’allarme arriva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che informa: “la situazione costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale”. In Svizzera la situazione è sotto controllo ma spunta il primo caso a Mendrisio
Si chiama Mpox (monkeypox virus, MPXV), comunemente detto “vaiolo delle scimmie” e da qualche tempo desta preoccupazione per via della diffusione che quest’anno ha già superato il totale dell’anno scorso, con oltre 14mila casi e 524 decessi. Così il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, dopo la lunga riunione del comitato di emergenza chiamato ad analizzare i rischi connessi all’epidemia partita nei mesi scorsi dalla Repubblica Democratica del Congo, ha dichiarato che siamo in presenza di un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Si tratta del “più alto livello di allarme sotto la legislazione sanitaria internazionale”, ha precisato Tedros, in precedenza era stata dichiarata solo per l’influenza suina nel 2009, per la polio (2014), per ebola (nel 2013 e nel 2019), per Zika,(2016), per Covid (2020) e per la precedente epidemia di Mpox nel 2022.
Sintomi e trasmissione del Vaiolo delle scimmie
Si tratta di una malattia simile al vaiolo dell’uomo, debellato negli anni ’90 attraverso i vaccini, ma meno grave e in rari casi mortale (0,2% dei casi nella versione più recente) e della quale sono stati riconosciuti due ceppi, Clade I e Clade II, ma è soprattutto quest’ultimo ad aver generato la recente epidemia globale con la diffusione di 100 mila casi. La malattia che sta preoccupando l’Oms ha dei sintomi identificabili che, dopo un periodo di incubazione da 7 a 17 giorni, includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e dolore ai linfonodi, seguiti – solitamente dopo 1/3 giorni dalla febbre – dalla comparsa di pustole cutanee sul volto e in seguito possono essere colpiti anche palmi di mani e pianta di piedi. La diffusione maggiore avviene attraverso soprattutto rapporti sessuali tra uomini, infatti è stato verificato che la trasmissione avviene per contatto diretto con fluidi corporei, come sangue, goccioline respiratorie, saliva, secrezioni genitali, essudato di lesioni cutanee e crosta.
Il vaiolo delle scimmie può comportare delle complicanze, se pur rare, tra cui broncopolmonite, cicatrici corneali con conseguente cecità permanente, encefalite specialmente nei pazienti con infezione batterica secondaria e setticemia, con la formazione di cicatrici sulla pelle.
Diffusione nel mondo
Anche se proprio in queste ore è stato riconosciuto ed isolato un caso di Mpox in Svizzera, nel mendrisiotto, la maggiore diffusione della malattia è concentrata soprattutto in Africa. Nello specifico, il Clade I è diffuso soprattutto in Africa centrale, nella Repubblica Democratica del Congo, dove la malattia è endemica, qui infatti si è registrato il più alto numero di casi mai registrato in un anno con oltre 15.600 casi e 537 decessi.
Il secondo ceppo, Clade II (quello riscontrato nel paziente di Mendrisio) è invece diffuso soprattutto in Africa occidentale, e prevalentemente in Nigeria. Secondo l’Oms, l’Europa registra 100 nuovi casi di Mpox ogni mese, mentre gli ultimi dati dell’Oms mostrano che da gennaio 2022 sono stati registrati più di 99mila casi di Mpox a livello globale.
Piano dell’Oms
L’Oms è già pronta per impedire un maggiore contagio del Vaiolo delle scimmie attraverso la diffusione di dosi di vaccino nei Paesi interessati. Il piano richiede un investimento iniziale di 15 milioni di dollari, una parte già coperta dall’Oms, mentre altre risorse saranno allocate nei prossimi giorni; si attende un contributo anche da altri donatori. Diversi enti e autorità hanno già provveduto all’acquisto e donazione di dosi di vaccino anti-mpox tra cui anche Health Emergency Preparedness and Response Authority (Hera), l’ente per le emergenze sanitarie europea che ha annunciato di avere acquistato 175 mila dosi di vaccino da donare ai paesi africani.
Situazione in Svizzera
Gli esperti affermano che non ci deve essere allarmismo e che non si tratta di una epidemia come il recente Covid, nonostante questo bisogna agire per evitare la diffusione. Benché il rischio di diffusione sia molto basso in Svizzera, l’Ufficio Federale della Sanità pubblica rassicura che la situazione è costantemente monitorata e che le misure già in atto – vaccinazione e riduzione dei comportamenti a rischio – sono efficaci. Inoltre, l’UFSP spinge a confrontarsi col proprio medico sulla necessità di vaccinarsi, analizzando il rapporto rischi-benefici secondo la personale situazione. Ad ogni modo i costi per i vaccini sono coperti dall’assicurazione sanitaria obbligatoria.
Il caso appena scoperto nel Mendrisiotto, riguarda un uomo che avrebbe contratto il Clade II ed è già stato isolato all’OBV di Mendrisio, come prevede l’iter, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni.
Redazione La Pagina