Debutto da solista per Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino
Cambio di testimone in casa Valentino: dopo il saluto di Maria Grazia Chiuri, nuovo direttore creativo di Dior, debutta Pierpaolo Piccioli che firma la sua prima collezione come unico direttore creativo di Valentino. Una linea delicata e quasi poetica, più sobria rispetto al passato, dedicata alle miniature del Medioevo e ai colori del rinascimento. Una collezione autorevole, forse una fra le più belle della Paris Fashion Week, che mette da parte il passato pur senza rinnegarlo del tutto, trattenendo l’essenza dello stile Valentino per guardare al futuro con occhi nuovi grazie ad una metamorfosi creativa tutta personale. Il passato lo si ritrova intatto nelle silhouette e nell’arte sartoriale tanto cara al brand, nella femminilità rigorosa delle forme, nell’accostamento dei colori.
Il futuro è nell’abbandono di fronzoli ed orpelli in una collezione che simboleggia l’incontro tra la pittura di Hieronymus Bosh, minuziosa e irriverente, e la moda punk e creativa di Zandra Lindsey Rhodes, stilista londinese degli anni ‘70 che per l’occasione ha creato 8 nuove stampe, dal Medioevo al Rinascimento, dal Quattrocento all’epoca digitale.
Questa è la nuova era della casa di moda: la donna secondo Piccioli è un soggetto elegante e raffinato, dall’allure eterea e delicata, che non mira ad esaltare le forme con aderenze e trasparenze audaci, ma gioca sulla fluidità di tessuti pregiati e adora l’effetto see trought. Nella prefazione allo show colpisce una frase che racchiude il futuro della casa di moda: “Per riscrivere la storia occorre dimenticarla”. “Questa collezione è un viaggio nel tempo, l’inizio di una nuova era dove i valori si evolvono e il passato viene accantonato per scrivere il futuro”, afferma infatti Piccioli.
Il tutto rispecchiato da abiti dalle silhouette allungate “perché in ogni periodo di cambiamento le forme divengono verticali”; le tuniche si fanno lunghissime, ricamate con cuori trafitti da spade da cavaliere templare, gli abiti stampati hanno gonne foulard che danzano seguendo il movimento del corpo, i pantaloni sono in velluto jacquard del 400 e trattati come denim e i vestiti in chiffon riportano l’incipit de La Metamorfosi di Ovidio. Abiti fluidi e leggeri scivolano delicatamente lungo le linee del corpo delle donne che li indossano. Le tuniche in pizzo si alternano ad abiti lunghi, i bustier si indossano con pantaloni maschili, mentre i coat scelgono le proporzioni delle ampie mantelle. Le tonalità preferite, a parte il rosa che è certamente il colore che ha avuto maggior successo in questa collezione (declinato in tutte le sue sfumature, dalle più chiare alle più decise), sono il nero, il giallo, il verde e il bianco in una vasta gamma di tessuti, dal cotone alla pelle, dal georgette al pizzo, dal tulle allo chiffon.
Tra gli accessori spiccano sandali piatti con nastri in velluto, borse a mano o con catena ricamate di studs, orecchini a pugnale in argento anticato e collane caratterizzate da ciondoli quadrati e specchiati. E’ innegabile che il direttore creativo abbia riscosso enorme successo per questa sua sfilata, durante la quale ha mostrato il suo estro e la sua personalissima e unica visione della maison Valentino.
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foto: Ansa