La “première Dame” esce dall’ospedale e va in convalescenza nella dimora presidenziale a Versailles ma sarà rimpiazzata dalla “Deuxième Dame”, Julie Gayet
François Hollande si era illuso di bloccare le rivelazioni di Closer che il 10 gennaio scorso ritraevano il presidente francese in casco e motorino mentre, senza farsi vedere dall’amante, andava dall’altra amante, l’attrice Julie Gayet. All’indomani della conferenza stampa con 500 giornalisti provenienti da tutto il mondo in occasione dell’anno nuovo nessuno, francesi e non, ricorda le ricette del presidente in materia di economia, né che lui si sia dichiarato socialdemocratico e non socialista, intendendo con questo che le soluzioni stataliste in economia fanno ormai parte del passato. Tutti, invece, conoscono ormai a memoria le sue vicende sentimentali. Certo, la maggior parte dei giornali, in Francia, hanno cercato di coprire lo scandalo, più umano e morale che altro, ma è bastato che uno abbia fatto da outsider che poi tutti lo abbiano seguito, con la privacy che è andata a farsi benedire.
Dunque, Closer pubblica le foto e la notizia che il presidente ha un’amante – ed è un fior di amante, bisogna dirlo, perché Julie, lei, è una bella donna – e scoppia il putiferio. Hollande si prepara a parare il colpo perché l’indomani deve parlare ai francesi e spiegar loro cosa vuol fare per contrastare una crisi sempre più pesante. E’ evidente che la privacy non terrà. Sicuramente avrà pensato di “sistemare” la questione con la “première Dame”, Valérie Trierweiler, 48 anni, ma quest’ultima – lo si saprà solo dopo qualche giorno – per la rabbia di essere stata umiliata nei sentimenti e nel ruolo, prende qualche pillola di troppo e la crisi diventa inarrestabile. Deve essere immediatamente ricoverata in ospedale, dove resta più del dovuto perché il dramma è pesante e la sua salute è andata in tilt.
A Valérie Trierweiler, soprannominata Rottweiler, deve essere caduto il mondo addosso e soprattutto deve averne sentito i mattoni tutti sulla sua testa. Valérie, infatti, non è la moglie di François Hollande, ne è l’amante. Sentirsi tradita da un’altra donna, più giovane di lei, molto più bella di lei, deve esserle costato moltissimo. L’orgoglio ferito, probabilmente anche i suoi nascosti complessi, hanno fatto il resto. Dicevamo che non è la moglie di Hollande. Infatti la vera moglie è quella Ségolène Royal che gli ha dato quattro figli, che nel 2007 si è candidata all’Eliseo e ce l’avrebbe anche fatta contro Sarkozy se il partito le avesse dato tutte le mani che le circostanze lo richiedevano. Invece, proprio François Hollande, suo marito e già amante di Valérie, amica della coppia (vatti a fidare delle amiche più intime), e per giunta Segretario generale del Partito socialista, la boicottano. Anche Valérie ci mette del suo, sia nella campagna presidenziale di Ségolène, sia nel 2013, sei anni dopo, quando, dopo il trionfo di Hollande alle presidenziali, la “première Dame” boicotta proprio Ségolène che mira ad un seggio parlamentare e che lo perde a causa proprio degli intrighi di Valérie, al punto che il complotto viene a galla e lei non ci fa una bella figura. Si spiega così il soprannome: Rotweiler. Insomma, a Ségolène le aveva rubato il marito e poi l’ha voluta distruggere impedendole di sedere in Parlamento, per giunta riuscendoci.
Quando a Valérie hanno detto che erano state pubblicate le foto del tradimento (ma la storia, assicura Closer, andava avanti da almeno un paio di anni), la prima donna che deve esserle apparsa minacciosa davanti al suo volto paonazzo non deve essere stata la bella Julie, ma proprio Ségolène. E’ proprio vero: chi la fa l’aspetti.
Lei, Valérie, in ospedale avrà anche meditato di perdonare Hollande, ma questi non si è fatto né vedere, né sentire subito, e il modo ancor l’offende, al punto che la crisi di nervi è diventata seria, non è stata solo tradita, è stata “umiliata davanti alla Francia”.
Quanto a lui, François Hollande, che in due anni ha portato la Francia sull’orlo della bancarotta, ne esce bene e male, a seconda dei punti di vista. Chi lo ama – e sono in molti tra gli elettori socialisti – lo giustifica, dicendo che gli affari sentimentali sono, appunto, privati e tali devono restare. Chi non lo ama, mette l’accento sul fatto che Valérie sia diventata troppo sbrigativamente “première Dame”, con tanto di ufficio e guardia del corpo all’Eliseo, da cui come ci è entrata così dovrà uscirne, che Julie Gayet troppo furtivamente sia diventata esponente dell’Accadémie Française di Roma e altrettanto furtivamente ne sia stata cancellata, che, insomma, prima tradisce la moglie, poi tradisce anche l’amante. Lasciamo stare il viaggio negli Usa, con o senza “première Dame” al seguito; lasciamo stare anche l’incontro con il Papa senza “première Dame” (meglio solo che accompagnato da quella che per il Papa era comunque l’amante). Insomma, sul piano internazionale, questa storia non gli attira prestigio. Quanto alle ripercussioni personali, verranno messi in atto (tentativi di) accordi economici e giuridici per mettere a tacere umiliazioni, recriminazioni e rabbie, ma non è detto che le parti in causa ci riescano. Forse ne vedremo delle belle.
Che dire, in conclusione? Si è capi di Stato, di governo, ministri e presidenti, ma in realtà cornuti e cornificatori sono sempre esistiti, in ogni Paese, in ogni epoca, in ogni classe sociale: basta non pretendere di essere considerati migliori degli altri.