In alcuni Cantoni le lezioni d’italiano nei licei sono state “bistrattate” e ciò ha indotto la CSM a istituire un gruppo di lavoro, incaricato di analizzare la situazione dell’insegnamento dell’italiano nei licei svizzeri e di elaborare proposte volte a rafforzarne la posizione. Il gruppo di lavoro si è occupato della problematica nel corso di sette riunioni, tenutesi tra il 2012 e la primavera del 2013. Nel rapporto presentato la scorsa settima, la CSM ha evidenziato “una situazione insoddisfacente”. Quasi tutti i licei svizzeri offrono l’italiano, tuttavia non tutti come materia di maturità, come previsto dal regolamento sul riconoscimento degli attestati di maturità liceale. Nella Svizzera tedesca, l’italiano è offerto come disciplina fondamentale o come opzione specifica in sei scuole su sette. Un’offerta in tutti i licei c’è soltanto nella Svizzera francese.
In primo luogo nel lavoro della CSM c’è stata l’interpretazione dell’articolo 9 capoverso 7 dell’Ordinanza federale sulla maturità che precisa: “Nella disciplina fondamentale “seconda lingua nazionale” deve essere offerta una scelta tra almeno due lingue”. Le disposizioni dell’articolo valgono per ogni singola scuola e i relativi corsi vanno offerti a condizioni attrattive. Ma la situazione attuale induce a rafforzare l’insegnamento dell’italiano. Il 65% delle scuole che hanno come prima lingua il tedesco, il francese o il romancio offre l’italiano come disciplina fondamentale con differenze tra le regioni linguistiche. Più della metà (54%) dei licei nella Svizzera tedesca e nella parte romancia del Canton Grigioni offre l’italiano, mentre in Svizzera romanda questa percentuale si attesta al 97%. Non tutte le scuole, che dispongono dell’offerta, impartiscono le lezioni d’italiano, che nell’ultimo anno di liceo si svolgono nel 75% degli istituti. Questa discrepanza può essere ricondotta a una domanda insufficiente, che si spiega con la definizione di una soglia minima di allievi per classe (7). Un terzo delle scuole la definisce un limite inferiore, che la CSM giudica elevato. La debole presenza dell’italiano può essere ricondotta a diversi fattori sociopolitici, come la crescente globalizzazione, che ha indebolito la presenza delle lingue nazionali a vantaggio dell’inglese come lingua mondiale ed economica e il calo dell’immigrazione dall’Italia, che ha pregiudicato ulteriormente la posizione dell’italiano.
Quindi, oltre alle misure riguardanti l’offerta, la CSM suggerisce alcune proposte volte a migliorare la situazione dell’insegnamento dell’italiano. I Cantoni devono avere un maggior margine di manovra nell’impostazione dell’offerta di una terza lingua nazionale, per permettere a tutti gli allievi dei licei, di avere la possibilità di sceglierla come materia di maturità e dovrebbe venir proposta anche come opzione complementare. Quest’ultima ha una dotazione oraria inferiore all’opzione specifica. L’Ufficio federale della cultura, dal canto suo, dovrebbe verificare le possibilità che offre la legislazione federale sulle lingue, per mitigare le conseguenze finanziarie per i Cantoni. La CSM è intenta anche a invogliare un maggior numero di giovani a scegliere l’italiano con misure di sensibilizzazione mirate, come la promozione dei contatti diretti tramite programmi di scambio tra studenti, giornata annuale del quadrilinguismo o l’acquisizione di competenze di base in italiano per tutti i liceali. Inoltre il gruppo di lavoro ritiene necessario approfondire lo studio dell’italiano nella scuola d’obbligo.