L’iniziativa “Vivere e votare qui” è stata bocciata dal 69% dei votanti
Nel Canton Vaud non ci saranno parlamentari senza il passaporto rossocrociato. L’iniziativa popolare sostenuta dai partiti di sinistra e di centro e osteggiata dall’UDC si è infranta lo scorso 4 settembre contro un muro di no. Un sì avrebbe concesso ampi diritti politici cantonali agli stranieri, cioè il diritto di voto sia attivo, sia passivo. Una possibilità attualmente inesistente in Svizzera. Per usufruire dei suddetti diritti lo straniero avrebbe dovuto essere bene integrato: residente da oltre 10 anni in Svizzera e da più di 3 anni nel Canton Vaud. I promotori dell’iniziativa hanno ammesso con il senno del poi l’errore commesso. È stato sbagliato congiungere il diritto di voto e quello di essere eletto, soprattutto in un cantone governato a maggioranza borghese. Il consigliere di Stato vodese Philippe Leuba ha dichiarato che non è un voto contro gli stranieri, perché il Canton Vaud ha facilitato la procedura di naturalizzazione, di cui usufruiscono ogni anno 6.000 stranieri.
È tramite la naturalizzazione che lo straniero deve dimostrare di sentirsi parte della comunità vodese. Il Giura e Neuchâtel sono gli unici cantoni che concedono agli stranieri il diritto di votare sul piano cantonale. Mentre nella Romandia è molto diffuso il diritto di voto a livello comunale.
Gaetano Scopelliti