Dopo 15 anni il Leone d’oro torna in Italia. Per la prima volta vince un documentario!
Dal 28 agosto al 7 settembre Venezia è stato teatro dell’annuale Mostra del Cinema. Quest’anno era la 70.ma edizione e come ogni anno non sono mancati i clamori. L’edizione di quest’anno all’insegna del verbo “stupire” non si è smentita, così tra i maggiori riconoscimenti non passa inosservato il Leone d’oro andato ad un documentario di manifattura italiana. Si tratta di Sacro GRA di Gianfranco Rosi, un film documentario che narra le vicende che si snodano lungo 70 chilometri di anello che circonda Roma. La giuria presieduta da Bernardo Bertolucci ha premiato le storie di varia umanità raccolte lungo il grande raccordo anulare della capitale. Nei novanta minuti di documentario, Rosi ha riunito le vicende umane di personaggi della vita comune che possono apparire normali agli occhi di tutti, ma straordinari agli occhi di chi guarda la singolarità di ognuno dei protagonisti, come un pescatore di anguille, un barelliere del 118, un nobile piemontese e sua figlia assegnatari di un monolocale, un palmologo. È la prima volta che un documentario entra in gara e soprattutto si tratta della prima volta che questo genere riceve un riconoscimento così importante, anzi, il più importante della manifestazione. “Per me è già una vittoria essere in gara. Che la distinzione tra i generi venga superata dalla Mostra e dal suo direttore mi sembra un fatto molto importante” aveva affermato Rosi in un’intervista, e lo stupore è stato grande quando ha ricevuto il premio: “Non me lo sarei mai aspettato. Mai, mai nella mia vita. Già arrivare a concorso a Venezia è stato sorprendente. Ringrazio tutti. Anche la mia ex moglie, perché mi ha costretto a fare questa opera. Volevo lasciare Roma, invece ho iniziato ad amarla. Dedico il film a tutti i personaggi che hanno partecipato”. Una degna fine per un lavoro di tre anni su un camper da dove il regista osservava la vita ordinaria e straordinaria della gente comune che transitava per il Sacro GRA.
Così dopo quindici anni l’ambito premio ritorna in Italia, erano infatti dai tempi di Così ridevano di Gianni Amelio che l’Italia non riceveva questo riconoscimento. Lo sguardo rimane puntato sull’Italia con la premiazione di Elena Cotta, ottantaduenne attrice teatrale premiata con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile per il film di Emma Dante “Via Castellana Bandiera”, con cui si premia non solo la bravura dell’attrice ma anche il suo percorso artistico dedito all’arte della recitazione. Premio che l’attrice è felice di dedicare al marito, l’attore Carlo Alighiero, con il quale da poco ha festeggiato le nozze di diamante.
Il Leone d’argento per la miglior regia è andato in Grecia Alexandros Avranas con Miss Violence e la sua storia di incesto, pedofilia e prostituzione minorile che ha premiato anche il suo attore Themis Panou con la Coppa Volpi come miglior attore maschile.
Il Gran Premio della Giuria è andato a Tsai Ming-Liang con il film Jiaoyou (Stray Dogs) mentre il Premio Marcello Mastroianni per migliore attore o attrice emergente l’ha vinto Tye Sheridan con la pellicola Joe.
Miglior sceneggiatura a Steve Coogan e Jeff Pope per il film Philomena di Stephen Frears con Judi Dench, mentre il premio Speciale della giuria vinto Philip Groning con Die Frau des Polizisten (la moglie del poliziotto).