Secondo quanto presentato dall’Istat, dagli ultimi dati sulla stima del capitale, nonché sulla capacità di generare reddito, pare che risulti che le “donne valgano la metà degli uomini”. Ebbene sì, in Italia il gentil sesso non avrebbe le stesse potenzialità di guadagno degli uomini, e se “il capitale umano di ciascun italiano equivarrebbe a circa 342mila euro” le donne, che “valgono” metà degli uomini, generebbero un reddito pari a 231mila euro contro 453mila degli uomini. La cifra, riferita al 2008, riguarda le attività di mercato e mette in evidenza forti differenze di genere “nella dotazione di capitale umano: il 66% dello stock complessivo si concentra nella componente maschile”, in maniera particolare la capacità di generare reddito per le donne è ridotta di circa 49%. Sarà forse per questa differenza che le donne vengono definite “sesso debole”? “Il differenziale è da mettersi in relazione alle differenze di remunerazione esistenti tra uomini e donne, ma anche al minor numero di donne che lavorano e al minor numero di anni lavorati in media dalle donne nell’arco della loro vita”, spiega l’Istat. Tuttavia, “poiché le donne prevalgono di gran lunga nel lavoro domestico”, le differenze di genere si riducono se si estendono le stime dello stock di capitale umano considerando le attività non ‘market’, cioè quelle che producono beni e servizi senza retribuzione, che comprendono anche il lavoro domestico. Ecco che le donne si aggiudicano un valore pro-capite di 431 mila euro (+12,3% rispetto alla componente maschile).
Proprio mentre l’Istat ha presentato questi dati, Renzi ha scelto le donne per il suo nuovo governo: la metà dei suoi ministri, infatti, sono donne, così per la prima volta il governo italiano è composto da ministri giovani e da un numero di donne che non è mai stato così alto. Dopo il colloquio con Napolitano, Renzi, nel presentare la lista dei ministri, ha commentato le sue scelte dicendo di essere “cosciente di questa responsabilità, la particolarità e l’onore del compito di formare il nuovo governo italiano che da speranza: alla generazione dei giovani e tutti gli italiani”, ha detto Renzi. Dunque la scelta femminile come segno di speranza per gli italiani. Per una donna che va un’altra arriva: infatti nonostante si presumesse che Emma Bonino sarebbe rimasta ministro degli affari esteri, Renzi, invece ha voluto per questo incarico Federica Mogherini, 40 enne e la più giovane responsabile della Farnesina nella storia della Repubblica. Per quanto riguarda il ministero della difesa, per la prima volta è una donna, la 52enne Roberta Pinotti, a capo del dicastero della difesa. La più giovane tra i ministri è sempre di sesso femminile, la 33enne Maria Elena Boschi, avvocato e incaricata delle “Riforme e rapporti col Parlamento”, mentre il ministro di “Semplificazione e P.a.”, Marianna Nadia 34enne ha preso il suo incarico, nonostante la gravidanza avanzata, pare che la neo ministro sia all’ottavo mese, il massimo dell’espressività dell’essere donna!
E anche le altre donne ministri, quindi Federica Guidi (Sviluppo Economico), Beatrice Lorenzin (Salute), Stefania Giannini (Istruzione) e Maria Elena Boschi (Riforme e Rapporti con il Parlamento), sono lavoratrici, imprenditori, mogli e madri a cui è affidato l’arduo compito di risollevare l’Italia e sono tutte molto determinate e pronte al dovere: “È tempo di mettersi subito a lavoro”, ha affermato Federica Mogherini. Il sesso debole è sceso in campo!