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Riarmo dell’Europa e fondamentali principi per la pace: questo è l’esito del vertice straordinario di Bruxelles. Putin: “non rinunceremo a niente che è nostro” e cita Napoleone riferendosi a Macron. La Svizzera si adopera per una maggiore cooperazione per la sicurezza con l’Europa
L’incontro storico si è svolto a Bruxelles nella giornata di ieri, 6 marzo, con i 27 capi di Stato e di Governo dell’Unione europea, per prendere decisioni importanti sul destino della difesa del territorio e per accogliere Il piano “ReArrm” proposto dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen.
Con questo summit l’Ue ha voluto dare un forte messaggio di Europa unita che vuole riaffermare il proprio sostegno ad una pace giusta, oltre a confermare la necessità di rafforzare la difesa comune del Vecchio Continente. Gli argomenti che hanno animato il vertice sono hanno riguardato in maniera particolare il rafforzamento dell’Ucraina, con nuovi aiuti militari, in questo caso l’Ue prevede almeno 30 miliardi per il 2025; la possibile coalizione dei volenterosi da inviare sul territorio per garantire la pace; il coinvolgimento di Kiev nel piano di riarmo europeo. All’incontro era presente anche il presidente Ucraino Zelensky che ha commentato “Sentiamo la vostra vicinanza, siamo contenti di non essere soli”.
Nessun negoziato senza Ucraina e Europa
La difesa dell’Ue all’Ucraina, però, non è stata unanime ma ha trovato un vero e proprio muro da parte dell’Ungheria di Orban, per questo motivo la dichiarazione del presidente Costa è controfirmata dai rimanenti 26 Paesi: “È sempre più difficile superare il blocco di Budapest, ecco perché nella mia proposta per dare un aiuto militare extra all’Ucraina c’è la possibilità di formare una coalizione in modo che un Paese non fermi gli altri”, ha spiegato l’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas. Così, nel testo delle conclusioni delle condizioni di pace dell’Ucraina, appare come punto fondamentale che non sarà possibile “nessun negoziato sull’Ucraina senza l’Ucraina” così come si ribadische che “qualsiasi accordo deve essere accompagnato da garanzie di sicurezza solide e credibili” per Kiev.
Allo stesso modo “non ci possono essere negoziati che incidano sulla sicurezza europea senza il coinvolgimento dell’Europa poichè a sicurezza dell’Ucraina, dell’Europa, transatlantica e globale sono intrecciate”. Soprattutto, “qualsiasi accordo di questo tipo deve essere accompagnato da garanzie di sicurezza solide e credibili per l’Ucraina che contribuiscano a scoraggiare future aggressioni russe”.
Piano Rearm Europe
Si giunge al piano per il riarmo dell’Europa e al rafforzamento della difesa del territorio in risposta alle nuove direttive di Trump in politica estera. Con esso l’Europa si appresta ad aumentare massicciamente la spesa per la difesa al fine di garantire la sicurezza a lungo termine del territorio e poter sostenere l’Ucraina in questo momento di grande necessità. Nel “ReArm Europe”, ogni Paese membro potrà utilizzare i fondi di coesione non spesi, circa 350 miliardi, per la difesa, a propria discrezione. Il piano è strutturato in cinque punti fondamentali che prevedono l’investimento di circa 800 miliardi di euro in 4 anni. Nel primo punto è previsto l’uso della “clausola di salvaguardia nazionale del patto di stabilità e crescita” per consentire agli Stati membri che sono pronti a investire di più nella propria sicurezza di farlo senza “innescare la procedura per i disavanzi eccessivi”. Pertanto, spiega von der Leyen, “se gli Stati membri aumentassero la spesa per la difesa in media dell’1,5% del Pil, ciò potrebbe creare uno spazio fiscale di quasi 650 miliardi di euro in un periodo di quattro anni”.
Il secondo punto riguarda la possibilità per gli Stati membri di accedere ad un prestito di 150 miliardi di euro utilizzati per gli investimenti nella difesa (ad esempio, la difesa aerea e missilistica, i sistemi di artiglieria, i missili e le munizioni, i droni e i sistemi antidrone o sistemi di mobilità informatica e militare). Questo ulteriore rafforzamento di equipaggiamento militare potrà essere utilizzato come attrezzature di sostegno all’Ucraina.
Il terzo punto prevede la possibilità di utilizzare “il potere del bilancio dell’Ue e c’è molto che possiamo fare in questo ambito nel breve termine per indirizzare più fondi verso investimenti legati alla difesa”, ha affermato von der Leyen.
Il quarto e quinto punto riguardano invece una mobilitazione di capitale privato, in modo da garantire a imprese e industrie europee un miglior accesso ai finanziamenti, per garantire produzione, ricerca e sviluppo europeo. Bisogna inoltre assicurarsi che i miliardi di risparmi degli europei vengano investiti nei mercati all’interno dell’Ue, cosicché ne esca rafforzata la competitività economica europea.
Putin: non sottovalutateci
Il vertice straordinario dei 27 Stati dell’Ue, tra le altre cose, ha avuto certamente il merito di aver provocato una imminente reazione di Putin, che ha voluto rilasciare delle dichiarazioni in proposito ribadendo che “non abbiamo bisogno di niente che non è nostro, ma non rinunceremo a niente che è nostro”.
Il leader russo, in rifermento specifico all’azione dell’Ue per la pace, ha specificato che “abbiamo bisogno di scegliere per noi stessi una versione della pace che ci si addica e che garantisca la pace per il nostro Paese in una prospettiva storica di lungo termine. Non ci serve nulla di straniero, ma non rinunceremo a ciò che è nostro”. Inoltre l’intervento di Putin suona come minaccia e avvertimento, soprattutto nel passaggio in cui afferma che “tutti gli errori dei nostri nemici e avversari sono iniziati proprio con questo: sottovalutare il carattere del popolo russo e, in generale, dei rappresentanti della cultura russa”. Non ha risparmiato riferimenti precisi rivolti al Presidente francese, quando ha affermato che “c’è ancora chi vuole tornare ai tempi di Napoleone, dimenticando com’è finita”. Sì tratta di una risposta diretta a Macron che ha proposto la copertura nucleare di Parigi per tutto il continente europeo.
Svizzera: il consiglio nazionale vuole rafforzare il ruolo elvetico nella difesa europea
Alla luce degli eventi che riguardano il contesto internazionale, la Svizzera ha voluto mettere in discussione la posizione che riguarda proprio il ruolo elvetico nella difesa europea. Così il consiglio Nazionale ha chiesto al Consiglio federale di rafforzare la condizione della Svizzera con i Partner europei, soprattutto per quel che riguarda gli ambiti della difesa europea e dell’Ucraina. Seppur tale richiesta trova l’Udc contrario – per il quale la Svizzera dovrebbe non interessarsi troppo a questioni che non la riguardano, in nome della proverbiale neutralità e interessarsi ad investimenti interni per la propria difesa – il resto dei partiti è d’accordo ad una collaborazione più attiva con i partner europei, dalla cui cooperazione ne esce certamente rafforzata anche la difesa personale della Svizzera.
Con una maggioranza indiscussa, il Consiglio Nazionale si schiera per un ruolo più attivo della Svizzera alla nuova politica di sicurezza dell’Europa, adottando una dichiarazione a favore di un’Europa stabile, sovrana e basata su regole, per garantire pace, sicurezza, democrazia e diritti umani nel continente.
Redazione La Pagina