Uno studio inglese mette in relazione il riscaldamento globale e la frequenza delle turbolenze in volo
Ebbene sì: per chi ha un po’ di timore di volare non ci sono buone speranze, anzi. Sembra proprio che bisognerà iniziare ad abituarsi a qualche turbolenza in più durante i viaggi aerei. A lanciare l’allarme un recente studio sul cambiamento climatico condotto dall’Università di Reading e pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Sciences (AAS) dell’Accademia cinese delle Scienze.
E’ la prima volta che si mette in correlazione il riscaldamento della Terra al fastidioso fenomeno che affligge i passeggeri dei viaggi ad alta quota: le repentine variazione climatiche in effetti possono influenzare significativamente le oscillazioni improvvise del vento in termini di intensità e direzione all’interno delle correnti a getto.
Con il riscaldamento del pianeta, tali correnti potrebbero diventare più intense, l’aria calda si sposta dal basso verso l’alto, accrescendo la probabilità delle turbolenze. Si tratta di un fenomeno atmosferico più che normale, in gergo chiamato “wind shear” e destinato ad intensificarsi, fino a due se non tre volte rispetto ad adesso, nell’arco dei prossimi trent’anni, quando il livello dell’anidride carbonica nell’atmosfera aumenterà del doppio rispetto ad oggi.
I ricercatori hanno preso in esame turbolenze di diversa entità in riferimento alla corrente a getto su Nord Atlantico e Nord America per stimarne i cambiamenti cui andranno incontro grazie a sofisticate simulazioni informatiche. Lo studio ha preso in esame le turbolenze ad aria chiara, così chiamate perché si verificano anche in assenza di nubi, e consistono in una brusca modifica della direzione di provenienza e dell’intensità del vento: il fenomeno determina una discontinuità del flusso d’aria che sostiene l’aeroplano, provocando le fastidiose e temute turbolenze.
Utilizzando un modello di simulazione del clima, i ricercatori inglesi hanno calcolato in che modo la frequenza del fenomeno cambierà ad un’altitudine di circa 12 chilometri: ebbene, secondo i modelli d’analisi sviluppati, in media le turbolenze leggere in atmosfera aumenteranno del 59%, quelle da lievi a moderate del 75%, quelle moderate del 94%, quelle da moderate a forti del 127% e quelle forti del 149%.
A spaventare è soprattutto l’aumento previsto delle turbolenze forti, che potrebbero creare problemi di sicurezza in volo. “Al momento è la fotografia più dettagliata che abbiamo su come le turbolenze aeree risponderanno al cambiamento climatico”, ha spiegato Paul Williams, autore della ricerca. “Non è strano che il riscaldamento dell’atmosfera possa determinare un aumento delle turbolenze, dato che c’è maggiore convezione: l’aria calda si sposta dal basso verso l’alto”, ha commentato Vito Vitale, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr.
“È la prima volta che questo fenomeno viene studiato in relazione al cambiamento delle condizioni climatiche quindi, per validarne i risultati, sono necessarie delle nuove ricerche. Inoltre il periodo a cui fa riferimento è lunghissimo, si parla infatti di decadi. E un conto sono l’osservazione e la previsione a breve e medio termine, un altro queste tendenze a lungo termine da verificare, ha invece precisato Guido Guidi, tenente colonnello dell’Aeronautica Militare, assegnato al servizio meteorologico.