Una società olandese ha lanciato il progetto Mars One: quattro astronauti scelti tra i vincitori di un reality al quale parteciperebbero 20 persone selezionate tra le migliaia di adesioni a pagamento
Sarà sogno di avventura o mania di protagonismo? Oppure una semplice manifestazione di superficialità? Chi lo sa? Fatto sta che al progetto olandese Mars One si sono iscritti circa 80 mila partecipanti provenienti da più punti cardinali del pianeta: diecimila solo dalla Cina, superati da diciassettemila americani. Ognuno di loro ha dovuto pagare l’iscrizione, da un minimo di cinque ad un massimo di settantacinque dollari a testa. Ma vediamo in che consiste il progetto Mars One.
La società olandese che cura il progetto Mars One promette di portare sul pianeta Marte quattro persone entro il 2023. Come mai tante iscrizioni? In ogni Paese deve essere accaduto più o meno quel che è successo in Cina, dove i giornali hanno riportato il concorso più per divertimento che per solide convinzioni, tanto più – è stato osservato – che è stato scritto che si tratterebbe di una missione suicida in quanto a livello scientifico non sarebbe oltremodo difficile arrivare su Marte, il difficile sarebbe ritornare. Di fronte a questa eventualità che lascia poche speranze, ci si sarebbe aspettato che le iscrizioni si arrestassero di colpo e che i già iscritti avessero ritirato la loro iscrizione. Invece no, le iscrizioni al posto di diminuire sono aumentate a vista d’occhio.
Di fonte all’aumento delle domande, i giornali cinesi hanno chiaramente parlato di una truffa, perché le migliaia di adesioni sarebbero state sottoposte ad una selezione psicofisica, al termine della quale i prescelti sarebbero stati solo venti. I quali poi avrebbero partecipato ad un reality show e solo i primi quattro classificati (due uomini e due donne) avrebbero avuto la certezza di un viaggio di sola andata su Marte.
Forse la spiegazione del progetto Mars One non è stata presa sul serio, forse tutti sono stati fuorviati da altre speranze, la verità è che malgrado i tentativi di dissuasione le iscrizioni, come detto, sono aumentate e probabilmente fino a luglio avranno raggiunti limiti record.
La molla che negli altri Paesi ha spinto tante persone ad iscriversi deve essere stata identica. In più, in Cina deve essere scattata anche la sfida al regime: meglio su Marte senza possibilità di ritorno che rimanere in Cina a morire di inquinamento.
Ritorno a parte – che comunque non è l’ultimo dei problemi – è possibile un viaggio del genere fra circa dieci anni? Il professor Gerard’t Hooft, premio Nobel per la Fisica nel 1999, e “ambasciatore” di Mars One, ha detto che all’inizio era scettico, poi lo scetticismo ha ceduto il passo all’ottimismo. Il progetto è realizzabile, parola di “ambasciatore” che, come si sa, non porta pena. Il professor Hooft ha precisato: “Non ho dubbi che la scienza sia in grado di portare un essere umano su Marte, ma farlo sopravvivere per un lungo periodo è molto meno certo”. Ed allora, perché tanta voglia di fare un viaggio così lungo – circa otto mesi – per andare a suicidarsi? Mistero. I quattro eroi vincitori del reality vivrebbero all’interno di un modulo a campana, dove potrebbero coltivare anche dei vegetali e farsi tenere compagnia da qualche piccolo animale domestico.
La scienziata del Lunar and Planetary Laboratory dell’Arizona, la dottoressa Veronica Bray, ha detto che secondo lei non è solo difficile ritornare da Marte, è difficile anche arrivarci, perché per ben otto mesi si sarebbe esposti alle radiazioni solari, il che non sarebbe certo paragonabile ad una carezza.
Non sappiamo come andrà a finire la storia, sappiamo come è iniziata: con un bel gruzzoletto che ammonta a parecchie centinaia di migliaia di euro – per l’esattezza, finora, ad almeno due milioni e mezzo considerando una media di iscrizione di 37 dollari a testa – a favore della società che gestisce Mars One.
Il vero viaggio verso Marte costerebbe circa 6 miliardi di dollari, quindi più facile andare su Marte e ritorno che raggiungere questa cifra, ma l’impressione è che cammin facendo, tra un’offerta e l’altra, tra un ridimensionamento e l’altro del viaggio iniziale, anche gli iscritti prima o poi cambieranno opinione e magari dimenticheranno di chiedere indietro il prezzo dell’iscrizione. In fondo, con pochi dollari, almeno per qualche tempo, avrebbero coltivato come a portata di mano un sogno irraggiungibile.